Oltre 300 mln di debiti per Valtur, si studia salvataggio

Procedura fallimentare o nuovo socio? E si fa già il nome di Invitalia

Anche Valtur è schiacciata dai debiti. Il tour operator che fa capo alla famiglia Patti si trova in una situazione complessa con debiti che si aggirano intorno ai 300 milioni. Ora, dunque, ha due strade davanti a sé per evitare il peggio: avviare la procedura fallimentare o aprire il capitale ad un nuovo socio. La prima ipotesi racchiude a sua volta un ventaglio piuttosto vasto di 'chance', che va dalla ristrutturazione del debito ai sensi dell'articolo 182 bis della legge fallimentare (ovvero con l'assenso di due terzi dei creditori) al concordato preventivo, senza escludere l'amministrazione straordinaria come previsto dalla legge Marzano. Quest'ultima ipotesi sarebbe possibile visto che il TO ha i requisiti richiesti dal decreto: 300 milioni di debiti e almeno 500 dipendenti (il gruppo ne conta quasi 3 mila). D'altro canto, la famiglia Patti potrebbe anche tentare di trovare un 'cavaliere bianco'. E il nome che viene indicato è quello di Invitalia, il fondo per il salvataggio e la ristrutturazione delle imprese in difficoltà che fa capo al governo.
I contatti con la presidenza del consiglio e il ministero dello sviluppo per studiare questa ipotesi sono già in corso e la settimana prossima ci potrebbero essere degli sviluppi in questa direzione. Intanto, a fine ottobre chiuderà il bilancio 2011. Prima, però, già la settimana prossima, il cda del gruppo guidato da Maria Concetta Patti dovrebbe riunirsi per esaminare la relazione preliminare relativa alla situazione patrimoniale del gruppo. Lo scorso anno il gruppo aveva riportato un passivo che ammontava a 303,6 milioni di euro e una perdita di 3,8 milioni.
La notizia della difficoltà finanziaria in cui versa attualmente il TO è stata commentata anche dal presidente dell'Enit, Matteo Marzotto. "I dati del turismo relativi all'estate – ha detto – sono positivi: ci sono stati più italiani in Italia ed è aumentato il flusso di stranieri. Questo però non c'entra nulla con una attività imprenditoriale che, tra l'altro, ha interessi in Italia ma anche nel mondo. Un conto sono i dati di affluenza di una stagione turistica, un altro i conti di una società. Le due cose sono totalmente scollegate", ha concluso Marzotto.

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