Aerei nel mirino dei raggi laser, colpito anche il volo Alitalia del Papa

Sta diventando un fenomeno quello dei raggi verdi puntati contro gli aerei in decollo o atterraggio. L’ultimo episodio è accaduto al volo che portava Papa Francesco da L’Avana a Città del Messico, che però è atterrato senza problemi. Ma in un altro episodio, accaduto qualche giorno fa in Gran Bretagna, il raggio ha colpito la retina del copilota e ha costretto l’equipaggio a fare una manovra precauzionale di rientro.

L’episodio accaduto all’aereo del Papa risale a venerdì 12 febbraio, giorno dell’arrivo del Pontefice in Messico. Durante l’atterraggio all’aeroporto di Città del Messico, l’equipaggio del volo Alitalia AZ4000 (in arrivo da L’Avana) ha notato, come altri aerei, una luce laser che da terra puntava sui velivoli in arrivo: il raggio – spiegano i piloti a bordo in un audio pubblicato dal Daili Mail online – arrivava da una distanza di 15 miglia (24 chilometri circa), mentre il volo si trovata a circa 8 mila piedi (2.400 metri) di altezza. Il comandante, Massimiliano Marselli – fa sapere la compagnia italiana – ha prontamente fatto rapporto alla torre di controllo, come da normale procedura in occasioni come queste, e nessun membro dell’equipaggio, né tantomeno alcun passeggero ha subito alcun danno. Le operazioni di atterraggio si sono dunque svolte regolarmente, in piena e totale sicurezza.   

In Italia “ci sono stati degli episodi negli anni e mesi scorsi, ma sono ancora limitati”, spiega Ivan Viglietti, responsabile piloti della Uiltrasporti, aggiungendo che “è un problema che esiste e che stiamo seguendo. In Italia è un reato e i controlli intorno al sedimento aeroportuale ci sono, ma è una cosa su cui tenere alta la guardia”.

“E’ un fenomeno che si verifica già da un po’ di anni”, aggiunge Fabrizio Cuscito della Filt Cgil: “A me è capitato personalmente nel 2008, questi raggi possono arrivare anche ad altitudini elevatissime di 5-6 mila metri e lo fanno spesso in fase di atterraggio, che è una fase molto delicata del volo”. 

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