Nel terzo trimestre Airbus ha registrato una perdita netta di 767 milioni di euro, contro un utile di 989 milioni di euro di un anno prima. Tale perdita è attribuibile al calo del 33% dell’attività nel settore dell’aviazione civile, che rappresenta più dei tre quarti dei ricavi del gruppo. Il fatturato è sceso del 27%, a 11,2 miliardi di euro.
L’indicatore più importante della redditività del gruppo, l’utile operativo (EBIT) è sceso del 49%, a 820 milioni di euro. Ciò è dovuto principalmente al calo delle consegne di aerei commerciali e al rallentamento delle attività nel settore spaziale (Airbus Defence and Space).
Ci sono, tuttavia, due punti che mantengono gli investitori ottimisti: prima di tutto, il colosso europeo è riuscito a mantenere un cash flow positivo, a 600 milioni di euro, grazie a consegne più elevate rispetto al trimestre precedente, unito a sforzi per aumentare i risparmi.
Inoltre, la sua divisione Airbus Helicopters ha registrato vendite complessivamente stabili e un utile operativo in aumento del 16% nei primi 9 mesi dell’anno, a causa di un calo significativo delle spese di ricerca e sviluppo (R&S).
D’altra parte, le ultime misure di blocco in tutta Europa sono un duro colpo per Airbus, perché il traffico aereo, dopo un timido rimbalzo a luglio e agosto, dovrebbe nuovamente deteriorarsi in modo significativo. I voli nazionali, che ad agosto erano rimbalzati del 70%, dovrebbero diminuire notevolmente per tornare, ad aprile, a -90%.
Sul mercato azionario, il titolo è sceso di oltre il 50% dall’inizio dell’anno. Dopo essere rimbalzati durante l’estate, i prezzi delle azioni sono ora tornati a toccare i livelli di maggio, 61 euro. Preoccupano però le misure annunciate ieri sera dal governo francese, che potrebbero far temere un ritorno alle soglie viste a marzo, cioè 50 euro.