L’amministratore delegato e direttore generale di Anas Gianni Vittorio Armani si è dimesso comunicando la sua decisione al ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Danilo Toninelli ed al Gruppo FS Italiane di cui Anas fa parte dal 18 gennaio scorso dovuto al “mutato orientamento del governo sull’integrazione di Anas in Fs”.
E subito dopo le dimissioni di Armani anche i consiglieri Vera Fiorani e Antonella D’Andrea, espressione del gruppo Fs, hanno rassegnato le dimissioni facendo così decadere il cda composto da cinque membri. La prossima settimana è così attesa l’indicazione sul nuovo consiglio che deve arrivare da Fs con la condivisione del ministro Toninelli e del Mef.
“Il vento sta cambiando anche in Anas. Al passato lasciamo sprechi, stipendifici e manovre meramente finanziarie”, ha commentato Danilo Toninelli rivolgendosi ai suoi follower su un social network ribadendo la forte contrarietà all’operazione voluta dal precedente governo. “Per il futuro – continua Toninelli – lavoriamo a una nuova Anas con meno gente dietro la scrivania e più tecnici che progettano, costruiscono e mantengono sicure le nostre strade”.
L’addio di Armani è arrivato un po’ a sorpresa, ma era prevedibile. Separare le strade di Anas dalle ferrovie di Fs è stata da subito fra le prime decisioni del Governo Giallo-Verde che appena in carica ha detto di voler smontare la fusione voluta dal precedente esecutivo. Un progetto che puntava a un polo integrato fra strade e ferrovie. Un colosso da 11,2 miliardi di euro, che adesso il nuovo Governo è deciso a smontare dopo nemmeno 9 mesi di vita.
Il ministro delle infrastrutture Danilo Toninelli ha sempre considerato la fusione non appropriata. “E’ una fusione – aveva detto il ministro nelle scorse settimane – che sembra essere stata dettata da motivi finanziari e di tornaconto personale per tutti quei manager che si sono visti moltiplicare lo stipendio”. Quindi aveva annunciato che “sicuramente entro l’anno” Anas e Fs non saranno più una società unica.
Armani lascia Anas dopo poco più di tre anni di lavoro. Arrivò ad Anas nel maggio 2015 in seguito alle dimissioni di Pietro Ciucci, travolto dalle polemiche dopo il crollo di un viadotto in Sicilia e del viadotto Italia in Calabria. Sotto Armani è stata completata la Salerno-Reggio Calabria, definita l’eterna incompiuta.