Emissioni crescenti e proliferazione di aeroporti: questo il caso italiano secondo il rapporto di Greenpeace ‘Attacco al clima dal cielo e dal mare’ che contiene i pericoli a effetto serra della navigazione e dell’aviazione internazionali reso noto oggi in occasione della quinta giornata di lavori del summit Onu sul clima in corso a Copenaghen. In Italia aviazione e navigazione, insieme, rappresentano quasi il 18% delle emissioni di CO2 dal settore dei trasporti. Ma le emissioni – si legge nel rapporto di Greenpeace – aumentano a ritmi sempre crescenti. Considerando solo l’aviazione, in 12 anni le emissioni dal trasporto aereo sono aumentate del 64% (dal 1995 al 2006). Inoltre il numero di aeroporti, tra grandi e piccoli, ha raggiunto nel 2007 quota 101, tanto è vero che quasi il 40% dei voli nazionali, non considerando quelli verso le isole, copre distanze inferiori a 600 chilometri. E secondo Greenpeace la presenza di così tanti aeroporti, molti dei quali in città o nei pressi di centri abitati, provoca altri gravi problemi: è infatti proprio in fase di decollo e di atterraggio che viene emesso il 90% degli ossidi di azoto e altre sostanze dannose per la salute. Per questo, l’associazione auspica una pronta regolamentazione delle emissioni di gas a effetto serra come primo passo verso il contenimento dell’impatto in Italia del trasporto marittimo e soprattutto del trasporto aereo, le cui emissioni sono in forte crescita.