sabato, 21 Dicembre 2024

Iata sfida l’Europa: entro 2012 il Cielo Unico

Le parole di Bisignani al Summit sul trasporto aereo in corso a Bordeaux

A Bordueaux la Iata ha lanciato il guanto di sfida all’Europa: riuscirà il vecchio continente ad attivare il Single European Sky (Spazio aereo unico europeo, SES) entro il 2012?
“Dopo decenni di parole e poca sostanza, l’incapacità di mettere in atto un efficace SES – ha detto il direttore generale e ceo della Iata, Giovanni Bisignani, durante il discorso tenuto in occasione del Summit sul trasporto aereo europeo, in corso nella città francese – costituisce la vergogna più imbarazzante dell’Europa sul fronte ambientale. Nel 2007 questo fallimento ha provocato 21 milioni di minuti di ritardi e 468 milioni di inutili chilometri di volo. Il che ha prodotto 16 milioni di tonnellate di CO2”. La Iata sostiene in pieno l’approccio della Commissione europea legato alle prestazioni. La proposta è inserita nel secondo pacchetto dell’SES presentato in giugno dal vicepresidente Antonio Tajani. “Se vogliamo che il Cielo unico europeo mantenga i benefici che promette – ha aggiunto Bisignani – abbiamo bisogno di obiettivi di performance vincolanti a livello nazionale e comunitario, di blocchi funzionali di spazio aereo (FAB) coordinati da un forte gestore di rete, con un’AESA in grado di armonizzare la tutela della sicurezza, e dell’impiego della tecnologia SESAR”. La IATA vincola il SES alla proposta europea di inserire il trasporto aereo, a partire dal 2012, nel Sistema di scambio di quote di emissione (ETS). “L’anno è il 2012. Abbiamo bisogno di 9 FAB già operativi con un forte gestore di rete, che assicurino benefici a fronte degli obiettivi di performance. Questo è il presupposto minimo. Anche se l’Europa non riesce a rendersi conto dei gravi difetti della sua proposta sull’ETS – l’approccio unilaterale è illegale e la sua portata regionale inefficace – la sua residua credibilità si gioca tutta sull’SES. Le compagnie aeree – ha concluso il numero uno della Iata – non possono accettare di dover pagare per le emissioni in Europa quando l’inefficienza del sistema le costringe a disperdere 16 milioni di tonnellate in più ogni anno”.

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