Nel corso dei prossimi tre anni la maggior parte delle compagnie aeree e degli aeroporti sta pianificando investimenti in servizi mobile per i passeggeri e la maggior parte degli aeroporti finanzierà processi self-service. Secondo il Fast Travel Program di Iata, entro il 2020 l’80% dei passeggeri aerei gestiranno in modalità self-service le sei fasi del viaggio: check-in, etichettatura e imbarco bagagli, controllo documenti, imbarco automatizzato, rebooking dei voli e ritiro bagagli. Lo scorso anno la percentuale era del 29%, mentre l’obiettivo per il 2016 è del 40%.
“L’industria del trasporto aereo – spiega Nigel Pickford, Director Market Insight di SITA – ha già abbracciato la tecnologia self-service e ora si rivolge all’Internet delle Cose per offrire ai passeggeri un’esperienza più connessa. La metà delle compagnie aeree si aspetta di avere nei prossimi tre anni iniziative operative nell’ambito dell’Internet delle Cose; nel frattempo gli aeroporti lavorano alla realizzazione delle infrastrutture per supportare questa tecnologia. Insieme queste iniziative permetteranno un miglioramento delle operazioni e guideranno un cambiamento di passo nell’esperienza dei passeggeri”.
Per compagnie aeree e aeroporti, “l’Internet delle Cose” significa gestire e far dialogare tutti gli “oggetti” reali e le infrastrutture virtuali che compongono il trasporto aereo, che ogni anno muove 3 miliardi e mezzo di passeggeri in tutto il mondo. Al centro della rivoluzione dell’Internet delle Cose è il “passeggero connesso”. L’83% viaggia infatti con uno smartphone, e l’IoT offre la possibilità di gestire e personalizzare il viaggio utilizzando il proprio device mobile, non solo a terra ma anche in volo. Secondo il report di SITA, Il 67% delle compagnie aeree ritengono che IoT stia già portando benefici e il 37% ha già allocato più risorse finanziarie per svilupparlo.