Salvini: niente spezzatino per Alitalia, se serve sì a intervento Stato

Alitalia non sarà svenduta e anzi, se serve, lo Stato farà la sua parte. Lo mette in chiaro il neo ministro dell’Interno, Matteo Salvini, rispondendo ad una domanda a margine della votazione in Senato sulla fiducia al nuovo governo Conte. “L’unica cosa da non fare è svendere a pezzettini Alitalia: il turismo è il nostro petrolio e noi non possiamo non avere una compagnia di bandiera forte”, afferma Salvini, sottolineando poi che “se serve, su Alitalia ci sarà anche l’intervento dello Stato”.

Le parole di Salvini arrivano poche ore dopo la pubblicazione del Rapporto e Bilancio sociale 2017 dell’Enac, che certifica un aumento del traffico l’anno scorso del 6,2%, mentre i primi tre mesi del 2018 fanno prevedere un’ulteriore esplosione dei passeggeri nei mesi estivi.
Ma lo stesso rapporto sancisce anche il sorpasso dei vettori low cost davanti a quelli tradizionali e conferma Ryanair al primo posto, davanti ad Alitalia, sul podio dei vettori operanti in Italia.

Nel 2017 sono transitati negli scali nazionali oltre 174 milioni di passeggeri, con un +6,2%: dati che “confermano nuovamente la ripresa del settore”, si legge nel Rapporto, la cui presentazione, che ha coinciso con le celebrazioni per il 20esimo anniversario dell’Enac, ha riunito rappresentanti istituzionali, vertici delle compagnie nazionali, società di gestione aeroportuale e altri attori del settore. In questi 20 anni “l’esperimento ha funzionato: oggi abbiamo un’Autorità tecnica che funziona. Non vorrei che la sfasciassero. Fino ad ora abbiamo resistito a queste pulsioni distruttive”, ha sottolineato il presidente Vito Riggio, che ha rivolto anche un augurio al nuovo ministro dei Trasporti Danilo Toninelli, auspicando che non si cambi il modello attuale basato sui contratti di programma (“sarebbe un grandissimo errore”).

Dopo il buon risultato del 2017, anche i primi tre mesi del 2018 registrano un “incremento deciso, che ci fa pensare ad un’ulteriore esplosione nei mesi estivi”, ha detto il direttore generale dell’Enac Alessio Quaranta, che per questo invita gli operatori ad attrezzarsi per tempo, dotandosi di piani di contingency, “per far sì che i fisiologici disservizi non diventino patologici”.

In questo contesto, continua a crescere il peso dei vettori low cost, che nel 2017 hanno scalzato quelli tradizionali: la quota di mercato delle compagnie a basso costo è infatti pari al 50,9% (era il 49,5% nel 2016) a fronte del 49,1% dei vettori nazionali.

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