Airbnb, ora si punta su nomadi digitali e viaggi di prossimità

Iniziative focalizzate su viaggi legati al lavoro da un lato, e concentrazione sul turismo di prossimità e più ‘di nicchia’ dall’altro. Queste le ricette elaborate da Airbnb, a fronte della “discontinuità incredibile causata dalla pandemia”, che “ha portato elementi positivi che costituiscono pilastri per la crescita futura”, adattabili anche alle probabili conseguenze legate al caro vita sul turismo.

“Il tema del lavoro in remoto – sottolinea Giacomo Trovato, country manager per l’Italia e il Sud Est Europa di Airbnb – è cresciuto molto durante la pandemia. Abbiamo fatto partire programmi come ‘Vivi e lavora ovunque’, rivolto ai nomadi digitali, che potessero favorire flussi non per finalità turistiche tradizionali”, ha affermato Trovato, rimarcando anche come “questo sia una delle opportunità virtuose di cui beneficia tutto il contesto ricettivo dei territori”.

“Poi c’è il viaggio di prossimità. Prima della pandemia la quota prevalente di viaggi su Airbnb era a lunga distanza. Durante la pandemia, invece, sono state preferite destinazioni raggiungibili in macchina, a 300 o 400 chilometri da casa”, ha aggiunto Trovato, sottolineando come questo abbia anche comportato una “redistribuzione dei flussi”.

“La gente ha iniziato ad andare meno nelle città, e ad andare invece in località meno battute. Questo è un altro trend che Airbnb sta cercando di assecondare, per promuovere un turismo che non vada sempre a pesare sugli stessi luoghi. Un esempio di come stiamo portando avanti questo è un accordo annunciato di recente con l’associazione Dimore storiche italiane, il 90% delle quali è situato in zone rurali”, ha concluso.

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