Al Colosseo, come agli Uffizi e a Pompei un numero chiuso c’è già, nel senso che sono da anni in vigore regole che impediscono ai siti archeologici e ai musei icona di riempirsi oltre il possibile di turisti, ma i numeri sempre in ascesa del turismo, impongono comunque un ragionamento sui flussi di visitatori. Lo spiega il ministro della cultura Alberto Bonisoli, rispondendo alle domande dei cronisti di tutto il mondo e quando una giornalista tedesca cita il caso del Colosseo e chiede se il governo “sta forse pensando di mettere un limite”, lui allarga il discorso alle città d’arte e alla necessità che le accomuna tutte, da Firenze a Venezia a Roma, di trovare itinerari alternativi per evitare gli eccessivi affollamenti. Un discorso, sottolinea il ministro, che vale anche per musei e siti archeologici. “In primis c’è un discorso di sicurezza per visitatori e operatori, questo per noi è fondamentale”, dice, “poi c’è la questione dell’usura, con problemi che per esempio in passato si sono verificati nei giardini della Reggia di Caserta” e c’è la questione della stagionalità, perché ci sono periodi dell’anno in cui la congestione è massima.
“E’ chiaro – sottolinea – che dobbiamo abituarci a considerare un limite massimo di visitatori, considerando il numero e non solo, come si fa da tempo con il Cenacolo di Leonardo e come stiamo facendo ora, anche se un po’ alla buona con il Pantheon, dove abbiamo dei volontari che quando la struttura è troppo piena, chiedono ai turisti che sono fuori di aspettare. E’ un trend da organizzare”.