Nel corso del 2024 i lavoratori da remoto in Italia arriveranno a 3,65 milioni. Il dato è dell’Osservatorio Smart Working della School of Management del Politecnico di Milano che evidenzia un cambiamento in controtendenza con la flessione post-pandemica. Già nel 2023 i nomadi digitali italiani, soggetti che potendo lavorare da remoto e che scelgono di diventare abitanti temporanei di luoghi diversi dalla propria città di origine, erano più di 800mila, di cui il 47% Millennials (tra i 30 e i 39 anni), secondo alcuni studi riportati nel Terzo Rapporto sul nomadismo digitale in Italia a cura dell’Associazione Nomadi Digitali.
Tra i nuovi modi di pensare l’abitare vi sono anche camper e van scelti dal 21% degli smart worker nel mondo. A dirlo è un’indagine di bluepillow, motore di ricerca globale di alloggi. Il “camper smart worker” è definibile come una nuova tipologia di nomade digitale, maggiormente legato al dinamismo e al contatto con la natura.
Assocamp, Associazione nazionale di rivenditori e noleggiatori di veicoli per il turismo en plein air, conferma che il trend è sempre in maggiore sviluppo tanto che diversi produttori di camper, caravan e van hanno iniziato a sviluppare veicoli studiati proprio per rispondere alle esigenze dei lavoratori da remoto. Le prospettive di crescita di questa tipologia di turismo sono sempre più in linea con l’affermarsi del fenomeno della ‘workation’ (unione delle parole ‘work’, lavoro, e ‘vacation’, vacanza), ovvero l’idea di inserire attività lavorative in un contesto di vacanza, per non privarsi della possibilità di viaggiare. Il ‘camper smart worker’ si propone sempre di più come una categoria importante tra i lavoratori da remoto nel prossimo futuro.
Viaggiare con questi mezzi consente un nuovo approccio al tempo lavorativo e alla sua dimensione. Se esercitare la propria professione da un albergo o da una casa in affitto consente di mantenere gli equilibri di stanzialità, farlo da un camper sposa un approccio più legato alla scoperta, al dinamismo e al contatto con la natura. Tra i tanti aspetti che contraddistinguono questa modalità basti pensare che il ‘camper smart worker’ può avvicinarsi con il ‘proprio ufficio’ a clienti e collaboratori, organizzando un tour in cui i trasferimenti consentano l’ottimizzazione del lavoro. Il tempo dello spostamento diventa utilizzabile dal punto di vista lavorativo al 100% e intervallabile con pause turistiche e gastronomiche. Lavorare significa anche parcheggiare in un’area di sosta vista mare e alternare i momenti al computer con pause in spiaggia, o spostare agilmente il proprio pc all’aperto in pochi minuti per godere della pace di un’area pic-nic per il tempo di una sosta. L’ufficio diventa così potenzialmente qualsiasi luogo e si diversifica nell’arco di una stessa giornata.
Il camper diventa una soluzione ottimale per lavorare da remoto: l’importante, affinché non diventi un’esperienza stressante, è saper considerare alcuni aspetti fondamentali nella scelta del mezzo da acquistare o noleggiare e le sue specifiche tecniche. Ecco un vademecum pratico a cura di Assocamp per un camper o van a prova di smart working:
1. Disposizione degli spazi: la dinette, zona soggiorno, diventa il fulcro dello spazio lavorativo e deve essere spaziosa, luminosa ed equipaggiata con prese elettriche e accessi USB. I modelli con letti a scomparsa sono da preferire per l’amplificazione degli spazi. Il camper offre un contesto lavorativo ristretto che, col passare delle ore di lavoro, può creare disagio; amplificarlo mantenendo l’ordine e sfruttando questa tecnologia è un’ottima soluzione.
2. Autonomia energetica: un aspetto da non sottovalutare, soprattutto per i momenti di sosta libera e di marcia. Prevedere una seconda batteria servizi per aumentare il numero di Ampere e ricaricarla, insieme alla prima, con pannelli solari di adeguata potenza permette di viaggiare tranquilli e consente di tenere accesi schermi e dispositivi per lungo tempo, Anche optare per un impianto con batterie al litio consente una certa autonomia.
3. Spazi extra per lavorare all’aperto: stare tutto il tempo chiusi in camper a lavorare non farà sentire nessuno in vacanza! Portare con sé tavolini, sedie, cuscini ergonomici e multiprese consentirà l’utilizzo degli spazi esterni in maniera congeniale alle attività lavorative. Bisogna però tenere sempre a mente che tendalini e tavoli non possono essere allestiti ovunque, se non in aree autorizzate o nelle soste in aree consentite in mezzo alla natura. La scelta di un van rispetto a un camper consente maggiore facilità di posteggio per le dimensioni ridotte, ampliando notevolmente le possibilità di sosta.
4. Connettività: portare con sé un hotspot portatile con connettività 5G e un amplificatore di segnale per massimizzare la connessione è fondamentale. Esistono applicazioni per cellulare che consentono di controllare in anticipo la copertura di segnale del territorio in cui ci si sta recando. Vi sono aree di sosta attrezzate con Wi-Fi e prese elettriche o spazi all’aperto confortevoli per fermarsi a lavorare.
5. Coibentazione: scegliere un mezzo con una buona coibentazione termica per garantire un posto di lavoro confortevole è un aspetto da non trascurare. D’estate, infatti, potrebbe essere necessario dover stare sotto il sole per ricaricare le batterie con i pannelli. In generale è molto utile avere a bordo un termometro per il monitoraggio della temperatura interna al veicolo e del frigorifero, che consenta di rilevare immediatamente se qualcosa nella regolazione termica non sta funzionando a dovere.
6. Stabilità: sostare su una superficie completamente piana non è scontato. Difficilmente la postazione di lavoro sarà confortevole se non ci si avvale di strumenti di compensazione del dislivello del terreno. È possibile utilizzare dei cunei in plastica, ma per una sosta più confortevole è possibile adottare sistemi di sollevamento e stabilizzazione che automatizzano questo indispensabile processo da fare a ogni sosta, soprattutto nelle aree verdi.