Confesercenti/2: Italia sporca, cafone e senza soldi

De Masi: “Ecco perché possiamo aspirare solo al turismo mordi e fuggi”

Bello ma sporco, cafone e senza soldi per ‘correggersi’: con questi presupposti, e senza una formazione specifica, rendere il turismo vera colonna portante dell’economia e dello sviluppo italiano non è possibile. Parola di Domenico De Masi, docente di sociologia del lavoro alla Sapienza di Roma. Illustrando la sua ricerca sul futuro del turismo, a margine della presentazione dell’indagine realizzata da Confesercenti, De Masi dice: “Siamo belli perché nessun Paese ha le potenzialità ambientali, culturali, enogastronomiche e artistiche dell’ Italia. Ma siamo così cafoni e maleducati, così scarsamente attenti al turista, soprattutto al turista miliardario, da non poter pretendere altro che il cosiddetto turismo mordi-e-fuggi”. La visione di De Masi diventa visione globale quando illustra la sua ricerca realizzata da S3 Studium con il metodo Delphi per Confesercenti. “La domanda non sarà più generalizzata. I prodotti in crescita riguardano diversi ‘turismi’: quello culturale (+4-5%), quello della remise en forme, il turismo ambientale e quello enogastronomico e infine il turismo sportivo. Le crociere si stanno ‘popolarizzando’. La competizione si risolve nel Mediterraneo, bacino per il quale si prevede una crescita del 2-3% all’ anno nei prossimi cinque anni. Cala il turismo balneare anche se resta il business core del Mediterraneo”. Nel Mediterraneo guadagna punti la Tunisia mentre in Europa si rafforzano i modelli nazionali di Francia (cultura e affari) e Spagna (cultura, svago e clima). Emerge la Croazia per strutture e reti mentre soffrono le destinazioni tradizionali (Grecia, ma anche Adriatico e Costa del Sol) tranne nicchie come Venezia e chi fa marketing come la Sicilia e Creta. Roma deve ringraziare il cielo in tutti i sensi: “Grazie al turismo religioso la fa ancora da padrona”.

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