Un patto fra le istituzioni, con gli operatori turistici, con le realtà economiche e sociali. Decidendo con chiarezza “chi fa cosa”, per integrare le politiche e costruire processi innovativi reali. Non bypassando, ma valorizzando i sistemi locali. La proposta è del presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani, che l’ha lanciato nel corso della terza Conferenza nazionale sul turismo. Per il presidente della conferenza delle Regioni, “occorre affrontare i nodi veri” del turismo italiano, che sono “tanti ed urgenti”, quali le imprese (“incentivare una cultura della promo-commercializzazione, costruendo prodotti integrati, premiando processi di aggregazione fra imprese”); l’organizzazione turistica (“occorrono riforme che rendano più trasparente e comprensibile il sistema, con la classificazione alberghiera, il rapporto qualità-prezzo”); la qualità (“non possiamo nasconderci l’esigenza di un grande impegno”); le risorse (“in una situazione critica per la finanza pubblica occorre ottimizzare l’impiego dei denari pubblici, cercando le convergenze con le risorse dei privati”). La complessità e la delicatezza di questi temi implica la necessità di “coinvolgere in modo serio i diversi protagonisti del mondo turistico” ha aggiunto Errani. Il “patto” proposto dalle Regioni “deve unire i tanti protagonisti del mondo turistico, nel quale ciascuno pensi più a dare che a prendere: soprattutto a dare un contributo concreto al rilancio”. E sull’introduzione di una tassa di soggiorno Errani si è detto non troppo convinto “perché pesa su un singolo pezzo della filiera”. “Altra cosa, invece – ha spiegato – sarebbe una tassa di scopo, con una base ampia, finalizzata ad un grande progetto di riqualificazione urbana”.