Federalberghi: 6 italiani su 10 a casa, vacanzieri a -18,9%

Nel 51,6% dei casi non si parte per motivi economici. In calo villaggi, camping e B&B

Saranno circa 27 milioni (rispetto ai 33,2 milioni dell'estate 2011, per una flessione del 18,9%) gli italiani che hanno già fatto o si apprestano a fare vacanze da giugno a settembre mentre gli indecisi sono ancora il 6% (rispetto al 3,1% del 2011) a conferma di una situazione pericolosamente ballerina. La durata delle vacanze estive quest'anno sarà mediamente di 11 notti, come è stata nel 2011 e nel 76,6% dei casi si rimarrà in Italia (rispetto al 77,7% del 2011) e nel 18,5% si andrà all'estero (rispetto al 21,4% del 2011). E' quanto emerge dall'indagine realizzata da Federalberghi con il supporto tecnico dell'Istituto ACS Marketing Solutions ed effettuata dal 9 al 13 luglio con il sistema C.A.T.I. (interviste telefoniche) su un campione di 1.200 italiani.
Secondo la ricerca, sono in aumento anche coloro che rimarranno a casa: il 49,1% della popolazione, rispetto al 41,9% dell'estate 2011. I motivi saranno nel 51,6% dei casi economici rispetto al 42,8% del 2011. Un altro 17,1% dichiara motivi di salute, l'11,1% parla di motivi famigliari, un altro 9,1% dichiara di non poter partire per motivi di lavoro ed un 6,3% indica che farà vacanze in un altro periodo (molto in linea col dato degli indecisi).
Nella generalità dei casi la vacanza estiva degli italiani sarà ‘consumata' in località marine. Il 67,9% rispetto al 70,4% del 2011 preferirà la spiaggia, con il dettaglio che vede il 59,8% che sceglierà il mare della Penisola o delle due isole maggiori (rispetto al 61,4% del 2011), mentre l'8,1% (in calo rispetto al 9% del 2011) si riverserà nelle isole minori, sempre più difficili da raggiungere a causa dei crescenti costi dei trasporti marittimi.
Segue in classifica generale la montagna con il 15,6% delle preferenze (rispetto al 15,7% del 2011) ed in crescita le località termali e del benessere con il 4,2% (rispetto all'3,1% del 2011).
Stabili le località d'arte con il 3,3% della domanda (rispetto all'3,6% del 2011), in leggera crescita le località lacuali dove si attesterà il 2% della domanda complessiva italiana (rispetto all'1,6% del 2011).
Per chi sceglie di "espatriare" la scelta ricade essenzialmente sulle grandi capitali europee a discapito dei mari tropicali/località esotiche. Le grandi capitali europee raccolgono il 50,4% della domanda (rispetto al 51,9% del 2011). I mari tropicali/località esotiche salgono al 18% dal 13,4% del 2011. Stabili i trend delle grandi capitali extra-europee (11,9%), le crociere (7,2%) e la montagna (5%).
La spesa stimata per la vacanza estiva (comprensiva di viaggio, vitto, alloggio e divertimenti) sarà di 741 euro (rispetto ai 776 euro del 2011). Nel dettaglio, per la vacanza in Italia verranno spesi in media a persona 655 euro rispetto ai 689 euro del 2011. Per la vacanza oltreconfine la spesa media pro-capite si attesterà invece sui 1.055 euro rispetto ai 1.052 euro del 2011. Il giro d'affari così prodotto sarà di 15,3 miliardi di euro, in calo del 22% rispetto all'estate 2011.
Tra le tipologie di soggiorno, l'albergo rimane il leader incontrastato, vedendo premiata, almeno in questo, l'accorta politica dei prezzi praticati. Il 31,5% lo sceglierà rispetto al 32,8% del 2011. Seguono, nell'ordine, la casa di parenti o amici con il 16,7% rispetto all'13,6% del 2011, la casa di proprietà con il 14,8% (10,4% nel 2011), l'appartamento in affitto con il 10,2% (11,5% nel 2011).
In calo il villaggio turistico con l'8,6% (9% nel 2011), cala anche il campeggio con il 3,3% (5,6% nel 2011), mentre riprendono quota i residence con il 5,7% (5,5% nel 2011), crollano i bed&breakfast con il 2% (4,2% nel 2011), diminuisce la crociera con l'1,1% (1,5% del 2011) e tiene l'agriturismo con l'1,2% (0,9% nel 2011).
La Calabria sarà la ‘regina' dell'estate 2012 col 12,9% di domanda nazionale rispetto al 9,7% del 2011, spalmandosi tra alberghi, altri esercizi ricettivi e seconde case. Seguono il Veneto col 10,7% rispetto al 7,2% del 2011, la Sicilia col 9,7% rispetto al 13% del 2011, la Sardegna con l'8,9% rispetto al 10,2% del 2011, il Lazio col 7,1%, la Puglia col 6,5%.

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