“Sbagliato fare una graduatoria dei settori più colpiti dall’emergenza ma il turismo è innegabile che ha ricevuto il colpo più duro e sarà quello che si riprenderà più lentamente”. Lo ha detto il ministro Dario Franceschini in audizione alla Commissione Attività produttive, in merito alle iniziative del Governo per sostenere il settore del turismo gravemente danneggiato dall’emergenza Covid-19.
“Bisogna pensare -ha aggiunto il ministro – a come attraversare il deserto della crisi certo, ma anche cominciare a pensare al dopo. In fondo è una grande opportunità che viene data al Paese dalla disponibilità di fondi europei che vanno spesi attorno a progetti concreti di prospettiva d’investimento e quindi è anche il momento di affrontare, non rinviandolo a dopo, il periodo successivo facendo due ragionamenti paralleli: superare la crisi e capire nei singoli settori quali sono le scelte strategiche da fare. Posto che il dopo sarà molto positivo. Fino a gennaio, ve lo ricordo anche se sembra tantissimo tempo fa, il dibattito era su gestire il boom del turismo, un’esplosione, una crisi di crescita. Talmente forte e grande che il problema prioritario era l’overtourism, parlavamo di ticket per le città d’arte, si doveva gestire i viaggiatori in crescita esponenziale con il nostro patrimonio archeologico, artistico e paesaggistico così meraviglioso e contemporaneamente così fragile. Ecco – conclude il ministro – superata la crisi noi torneremo lì e quindi dobbiamo prepararci costruendo un percorso che vada attraverso l’obiettivo di distribuire il turismo su tutto il territorio nazionale evitando di avere luoghi sovraffollati e altri che hanno potenzialmente grandi capacità di attrazione ma non abbastanza turisti. Nel Sud andava soltanto il 20% del turismo internazionale”.