martedì, 24 Dicembre 2024

Il gioco per risollevare il turismo, ma non servono più casinò

La formula magica sarebbe introdurre nuove tipologie di gioco

Potrebbe arrivare dal gioco la nuova opportunità di sviluppo del turismo italiano. La proposta è emersa nel corso di un convegno organizzato a Roma da Unigioco, fondazione per il gioco senza scopo di lucro nata nel 2009. "Dobbiamo trovare una nuova forma di coesistenza tra casinò e case da gioco: l'utenza in blue jeans si è sostituita a quella in giacca e cravatta che è tipica dei casinò. Ci deve far riflettere un dato emerso nel corso di questo convegno: il 70% degli incassi dei casinò arriva dalle slot machine", spiega Ezio Filippone, vicepresidente della Fondazione Unigioco.
Il segmento dei casinò invece attraversa un periodo di stallo: nel 2010 il fatturato delle quattro case da gioco italiane, tutte a partecipazione pubblica, è stato di 765,943 milioni di euro, contro i 2 miliardi dei 198 casinò francesi. Tuttavia il presidente di Federgioco, Carlo Pagan, è contrario a incrementare troppo l'offerta di casinò. "Bisogna invece affiancare al loro business tradizionale – ha spiegato – altre categorie di prodotto, altri segmenti, diversificare. Insomma, aprire al business, nella tutela del prodotto tradizionale".
Infine, Roberto Verona, dell'Università di Pisa, ha fatto un esame del modello casinò la cui gestione, ha spiegato "non può essere lasciata all'intuito o al caso". Verona ha spiegato le politiche di sostegno al volume di gioco che vanno dal credito alla clientela a programmi promozionali (sconti in hotel o sul viaggio, per fidelizzare i clienti), a intrattenimenti e spettacoli, a 'bus programs': ai clienti viene fatto pagare il prezzo del biglietto del bus per raggiungere il casinò e poi, appena giunti a destinazione, si restituisce il denaro che i clienti saranno portati a spendere subito al casinò. "Dobbiamo guadagnare dal gioco senza giocare d'azzardo", ha concluso il docente.

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