lunedì, 1 Luglio 2024

Il turismo spaziale? mai di massa a causa del ‘mal di spazio’

La testimonianza di un astronauta: troppe le difficoltà quotidiane in assenza di gravità

E' scettico riguardo l'ipotesi dello sviluppo del cosiddetto 'turismo spaziale' l'astronauta Roberto Vittori che ieri a Firenze ha tenuto una lezione a studenti delle scuole. "Benché da alcuni anni i viaggi, per così dire extra-atmosferici, siano stati consentiti anche a privati – ha detto – è davvero difficile pensare che questo possa evolversi in un vero e proprio ambito turistico nuovo: e ciò a causa del 'mal di spazio', delle difficoltà di adattamento all'atmosfera zero, e per la grande preparazione fisica e mentale che questa tipologia di spostamenti richiede".
Vittori, che ha preso parte dal 2002 ad oggi a tre missioni aerospaziali, ha poi illustrato ai ragazzi le difficoltà quotidiane della vita nello spazio, in assenza di gravità. "Ho dovuto imparare a lavarmi i denti con due singole gocce d'acqua 'spalmate' sullo spazzolino e a dormire con il sacco a pelo fissato alla parete con corde elastiche per 'ricreare' una situazione di riposo da sdraiato", ha raccontato anche scherzando.
Altro grave problema, il sapore del cibo che, ha detto, "nello spazio cambia: un piatto gradevole può diventare assolutamente insapore e questo succede perché l'assenza di gravità cambia in qualche modo il funzionamento chimico del gusto. Inoltre, di per sé, le razioni di cibo che ci vengono generalmente assegnate hanno un sapore terribile – ha aggiunto – per questo, in una missione, io e i miei compagni di team abbiamo deciso preteso un menu speciale: salumi romani, minestra sarda, parmigiano reggiano e dolci siciliani. Il problema è che, con le porzioni ridotte che abbiamo potuto portare, queste leccornie sono finite subito".

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