L’Ue vuole riaprire al turismo mondiale: ecco i primi 7 paesi in lizza

Berlino all’avanguardia in Europa: già dal prossimo weekend in Germania potrebbe scattare la fine delle misure restrittive anti-Covid per i vaccinati e per i guariti.  Stando alla nuova norma, la copertura con la doppia dose di vaccino garantirebbe l’accesso a negozi, zoo e parrucchieri (in Germania ristoranti e hotel sono ancora chiusi) senza dover esibire alcun test. Inoltre il rientro dai viaggi all’estero non prevedrebbe alcuna quarantena. Intanto l’Ue valuta una riapertura dei viaggi non essenziali a livello mondiale, ma con un freno d’emergenza per chiusure coordinate rapide qualora fosse individuato il rischio di importare le varianti del virus. “E’ tempo di rilanciare il turismo”, ha spiegato la presidente della Commissione Ursula Von der Leyen (vedi news pubblicata ieri).

In sostanza, Bruxelles propone che le cancellerie dell’Unione revochino le restrizioni sui viaggi turistici per le persone vaccinate da almeno 14 giorni prima del loro arrivo. Le capitali potranno tuttavia richiedere un test negativo all’ingresso, ed eventualmente un periodo di quarantena. Ma Bruxelles immagina di dare il via libera anche al turismo, indipendentemente dallo stato di vaccinazione individuale, da quei Paesi con una buona situazione epidemiologica. Attualmente la lista del Consiglio ne contempla sette: Australia, Nuova Zelanda, Ruanda, Singapore, Corea del Sud, Thailandia e Cina. L’obiettivo è ampliare l’elenco con una revisione dello stesso ogni due settimane: candidati a potervi rientrare sono Israele, Usa e Regno Unito.

Intanto anche Londra avanza nell’allentamento delle restrizioni nazionali, mentre contagi, decessi (oggi solo uno registrato in tutta la Gran Bretagna) e ricoveri viaggiano al di sotto di qualunque altro grande Paese europeo, e dove la corsa ai vaccini vola verso quota 50 milioni di dosi somministrate. Ma Boris Johnson frena sulla ripresa dei viaggi turistici all’estero dal Regno Unito, confermando l’intenzione di aprire qualche spiraglio dal 17 maggio, ma con cautele e limitazioni rigorose per non alimentare il rischio connesso alla varianti del virus e alla possibilità di reimportare casi di Covid dall’estero. “Vogliamo fare qualche apertura” in materia di viaggi dal 17 maggio, “ma non credo che la gente di questo Paese voglia vedere un afflusso di malattie da ovunque altrove, e certamente non lo voglio io”, ha tagliato corto il primo ministro. Interpellato sull’intenzione attribuita al governo di stilare una ‘lista verde’ di Paesi stranieri a più basso rischio verso i quali poter riprendere a viaggiare per turismo dopo il 17 maggio, Johnson ha poi glissato, precisando che un annuncio al riguardo sarà dato “quando possibile”.

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