Nel 2008 calo di presenze del 2,5% e ricavi giù dell’8% – 9%. Sono questi alcuni dei dati contenuti nel XVI rapporto sul turismo italiano, realizzato da Mercury Srl e curato da Emilio Becheri e presentato oggi a Roma. Eppure, secondo le analisi, il 2009 sarà un anno di sostanziale tenuta per il settore. In questi ultimi due anni, infatti, nonostante il trend negativo e sebbene la crisi abbia influenzato gran parte dei settori produttivi, in Italia il turismo è stato il comparto che ha tenuto di più, in particolare i prodotti benessere, delle crociere e della nautica, ma anche le vacanze ambientali e più in generale la montagna estiva e invernale. Ha sofferto invece il settore business, che essendo più legato all’economia è stato maggiormente in crisi, le città d’arte e gli arrivi dall’estero, soprattutto da Usa e Canada.
Analizzando le stime di Becheri si nota anche che il turismo determina attualmente circa il 5% del valore aggiunto prodotto nel Belpaese, cioè più di due volte e mezzo del comparto agricolo-alimentare e quasi quattro volte dei settori tessile, abbigliamento, pelli, cuoio e calzature. Considerando il comparto allargato di viaggi e turismo, l’incidenza della domanda turistica sul Pil si avvicina al 12% e, anche per il comparto immobiliare, quello turistico è, oggi, la principale motivazione d’investimento in Italia e delle aziende italiane all’estero. Il valore sarebbe ancora maggiore, fino a superare il 15% del Pil, se si considerassero anche le spese infrastrutturali, le costruzioni e le altre attività per la quota di competenza del turismo. “Non è quindi banale – commenta Becheri – l’affermazione del residente del consiglio, che dice di volere arrivare a far sì che al turismo sia attribuito il 20% del Pil. Un risultato al quale si potrebbe essere già vicini”.