I Millennial e la Gen Z sono noti come consumatori ‘point-and-click’, preferiscono processi d’acquisto semplici e rapidi, specialmente quando si tratta di prodotti assicurativi. Non vogliono preoccuparsi dell’assicurazione quando acquistano beni o servizi, ma desiderano che sia inclusa o comunque disponibile al momento dell’acquisto: si parla, a questo proposito di polizze ‘embedded’. Un trend, questo, confermato dai numeri: secondo un sondaggio realizzato a livello globale dalla Boston Consulting Group l’84% della Gen Z e il 75% dei Millennial hanno dichiarato che acquisterebbero un prodotto embedded insurance, contro il 59% della Gen X e il 46% dei Baby Boomer.
Dall’indagine emerge anche che i settori in cui l’assicurazione integrata sarebbe maggiormente auspicabile dalle giovani generazioni sono l’automotive e il travel: in media il 30% delle giovani generazioni acquisterebbe volentieri polizze assicurative integrate direttamente nel processo di vendita e manutenzione delle automobili e assicurazioni di viaggio come parte integrante del pacchetto di servizi forniti dalle travel agency. Infatti, secondo il report ‘Embedded Auto Insurance’ realizzato da Polly Insurance, 4 persone su 5 appartenenti alla Gen Z e ai Millennial ritengono che l’assicurazione dovrebbe essere parte del processo di acquisto dell’auto, ritenendo il 75% più conveniente acquistare veicolo e assicurazione insieme.
Ugualmente, se parliamo dei viaggi, ormai da tempo è diffusa la tendenza a comprare un’assicurazione contestualmente all’acquisto dei biglietti per i viaggi in treno o in aereo, oltre che per le prenotazioni di alloggi. Si stima infatti che il mercato globale dell’embedded insurance nei viaggi e nell’hospitality conoscerà un incremento di circa il 97% in 7 anni, passando da 18,8 miliardi di dollari del 2023 a 37 entro il 2030, con un tasso di crescita annuale composto (CAGR) del 9,67%.
“Questi dati evidenziano come in un mondo sempre più connesso e digitale, l’embedded insurance sia diventata una necessità, sia per le giovani generazioni, migliorando l’esperienza utente, sia per le compagnie assicurative, dimostrandosi la strada migliore da perseguire per evolversi e rimanere competitive”, ha commentato Tommaso Giovannini, Practice Manager Insurance di Mia-Platform, tech company italiana specializzata nella creazione e accelerazione di piattaforme e applicazioni digitali anche in ambito Insurance.
Secondo EY i canali integrati costituiranno oltre il 30% di tutte le transazioni assicurative entro il 2028. In particolare Gen Z e Millennial, che risultano essere anche le generazioni più aperte all’innovazione, preferiscono un’esperienza di acquisto più fluida: rimanendo sempre nell’ambito dell’automotive, per esempio, secondo i dati di Polly Insurance, l’82% preferisce utilizzare dispositivi mobili per l’acquisto di assicurazioni, mentre il 65% è disposto ad attivare un’assicurazione tramite un’app integrata presso il concessionario. Rimane tuttavia aperta una grande questione, ossia se il settore assicurativo, per la maggior parte ancora legato a sistemi informatici tradizionali, è realmente pronto per questo cambiamento: secondo una ricerca di McKinsey del 2022, l’81% degli assicuratori aveva meno del 25% dei propri sistemi su cloud pubblico, fondamentale per l’embedded insurance.
“È fondamentale che il portale del rivenditore sia integrato con i sistemi della compagnia assicurativa – prosegue Giovannini – Per poter fare ciò nel modo più efficiente possibile occorre avere un modello operativo di integrazione digitalizzato che permetta di ottimizzare il processo di integrazione. In questo modo il rivenditore, avendo a disposizione un portale pubblico accessibile in cui la compagnia espone i prodotti disponibili alla vendita e tutta la documentazione utile per integrare, dal punto di vista tecnico, determinati prodotti e i propri sistemi di compagnia, può richiedere l’accesso a tali sistemi nello stesso portale, conoscendo così in tempo reale il valore della polizza, il periodo di validità ecc. Di solito questo processo di integrazione richiede un tempo che varia tra i 6 e i 9 mesi, il che ci lascia bene intendere quanto sia necessario disporre di questo modello operativo per ridurre i tempi d’implementazione e migliorare l’efficienza complessiva del processo d’integrazione e quindi di vendita”.
Le società assicurative devono infatti essere in grado di raggiungere rapidamente partner, strumenti e fonti di dati e i vecchi sistemi non sono progettati per essere così agili. “Molto spesso le compagnie devono andare a lavorare su un sistema legacy monolitico e quindi più difficile da scalare o customizzare in base alle nuove esigenze di mercato, soprattutto legate ai giovani. In questo contesto diventa fondamentale adottare un approccio composable, che consenta alle aziende assicurative di personalizzare l’offerta in base alle richieste dei partner, utilizzando una piattaforma digitale che disaccoppi il sistema legacy sottostante e lavori su singoli componenti. Sostanzialmente la composability permette di ragionare per pacchetti applicativi singoli: in questo modo, la compagnia può intervenire su ciascun componente, customizzandolo senza dover modificare l’intero sistema. I nostri clienti hanno già adottato questo approccio e ne stanno traendo i benefici in termini di performance IT e velocità di integrazione con nuovi intermediari”, conclude Giovannini.