Tassa barche, Federturismo: è grave colpo per turismo nautico

Monti auspica armonizzazione dei profili fiscali a livello europeo per non creare distorisioni

Come preannunciato, la manovra del governo Monti introduce la tassa per le barche. Dal 1 maggio 2012, si legge nel documento, "le unità da diporto che stazionino in porti marittimi nazionali, navighino o siano ancorate in acque pubbliche, anche se in concessione a privati, sono soggette al pagamento della tassa annuale di stazionamento, calcolata per ogni giorno, o frazione di esso". Le tariffe partono da 5 euro per i mezzi più piccoli (10-12 metri) e arrivano fino a 703 euro per le unità con scafo di lunghezza superiore a 64 metri. Per la fascia più bassa (10-12 metri) la tassa di dimezza per residenti isole minori e laguna di Venezia e le barche a vela.
Per Renzo Iorio Presidente di Federturismo Confindustria, "l'introduzione della tassa di stazionamento sui posti barca avrà  purtroppo inevitabili gravi conseguenze per le imprese nautico-turistiche che in Italia gestiscono oltre 150 mila posti ed un forte impatto in particolare sulle Regioni frontaliere. La tassa scoraggerà, inoltre, i diportisti stranieri a permanere sulle nostre coste, determinando verosimilmente anche un calo del traffico charter. Comprendiamo le esigenze di intervento del governo – conclude – ma crediamo che il settore nautico non debba essere assimilato tout court al solo mondo del lusso e soprattutto riteniamo sarebbe auspicabile una armonizzazione dei profili fiscali a livello europeo al fine di non creare improprie distorsioni della competitività tra i Paesi".

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