Turismo montano, ora ddl va a conferenza Stato-Regioni

Sulle professioni le Regioni hanno legiferato in maniera disomogena

Dopo essere stato approvato in consiglio dei ministri, su iniziativa del ministro del turismo Michela Vittoria Brambilla, ora il testo del ddl sul turismo montano sarà sottoposto all'attenzione della conferenza Stato-Regioni. Lo sottolinea in una nota il ministero del Turismo, ricordando che il provvedimento "contiene una nuova disciplina delle professioni del turismo montano, sulle quali, attuando la legge 2 gennaio 1989 n.6, le Regioni hanno legiferato in maniera disomogenea". Alcune leggi regionali disciplinano infatti "rigorosamente anche le professioni più moderne (accompagnatore di media montagna, guida speleologica, guida equestre), mentre le trascurano del tutto. E da ciò discende un'evidente confusione non solo per i turisti, ma anche per gli operatori stessi".
Il disegno di legge sul turismo montano, ricorda ancora il ministero, "interviene in una materia oggetto di competenza concorrente Stato-Regioni e ribadisce il principio che spetta allo Stato di individuare le nuove figure professionali e i requisiti o i titoli necessari per l'esercizio di professioni che necessitano comunque di una specifica preparazione a tutela di interessi pubblici generali, come la salute e la sicurezza delle persone, mentre è rimessa alla competenza regionale la formazione delle figure professionali definite con legge dello Stato". Nel testo approvato a Palazzo Chigi vengono fissati tra l'altro "i principi fondamentali che le Regioni dovranno adottare per disciplinare l'abilitazione all'insegnamento delle tecniche alpinistiche, all'accompagnamento alle ascensioni in roccia, neve e ghiaccio, all'accompagnamento in escursioni in ambiente montano o sotterraneo o in escursioni a cavallo".

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