giovedì, 25 Aprile 2024

Turismo termale, Toscana la meta più ambita

Nel 2006 calo occupazione camere tranne che luglio, agosto e novembre

Un giro d’affari che sfiora i 2 miliardi di euro quello del turismo termale che negli ultimi anni ha cambiato rotta per adattarsi alle nuove esigenze della clientela e dalle cure si è spostato al wellness e alla remise en forme, alimentato in questo da una evoluzione generale della domanda di benessere e di relax psico-fisico.
Secondo l’Isnart, nel 2006 sono da rilevare due tendenze: rispetto al 2005 un generale calo di occupazione media delle camere nelle strutture ricettive fatta eccezione per i mesi di luglio (+2,9%) e agosto (+7,7%) e per il mese di novembre (+4,9%); dati questi che dimostrano come sembra cambiare la stagionalità del prodotto che nel passato mostrava i migliori risultati durante la bassa stagione turistica tradizionale e che invece nel 2006 sembra anticipare i periodi di punta che coincidono così con l’estate. Le destinazioni principali del turismo termale italiano sono la Toscana, il Veneto, l’Emilia Romagna, poi il Lazio e la Campania. I vacanzieri termali provengono soprattutto dall’Emilia Romagna, dal Veneto e dalla Sicilia. Sul totale delle presenze in Italia, il turismo termale rappresenta il 14,1% del turismo dal Regno Unito; il 12,8% del turismo dall’Austria; il 12,4% del turismo dalla Spagna; il 9,3% del turismo dalla Germania; l’8,2% del turismo dagli Usa; il 7,8% del turismo dalla Francia; il 4,5% del turismo dall’Olanda; il 4,4% del turismo dal Giappone; il 3,8% del turismo dalla Svizzera.
Il 40,6% di questi vacanzieri sceglie le terme perché vi era già stato, il 35,3% su consiglio di amici e parenti. Tra gli altri il 13,9% si informa su Internet, il 6,2% si fa consigliare dall’agenzia di viaggio ed il 4,8% è influenzato dalla pubblicità in tv.
 
 

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