Vacanze ai fornelli per gli stranieri in Italia: è boom

Cresce l’interesse per i ‘Culinary tours’ in Toscana e ora in Abruzzo

Scoprire i segreti della cucina italiana e dopo, mettersi alla prova ai fornelli. E’ la nuova motivazione che spinge statunitensi, canadesi, inglesi, scandinavi e australiani a scegliere il Belpaese per trascorrere le vacanze. Il tutto grazie ai ‘Culinary tours’ proposti dalle scuole di cucina che fioriscono in Toscana e adesso anche in mete meno consuete, come l’Abruzzo rurale.
Ma chi è il frequentatore-tipo dei corsi di cucina? Nel 99% dei casi è straniero salvo qualche esperienza-incentive aziendale, donne (65%), coppie-giovani fino a 35 anni, alcuni appassionati di storia della gastronomia, ma anche esordienti ai fornelli che, stanchi di take-away e rosticcerie, vogliono imparare piatti e gusti inediti. Così ad esempio a Gaiole in Chianti, nel senese, dal 2005 si regista un tasso di crescita del 20% l’anno per una media di 900 iscritti da marzo a novembre".
A lanciare la moda in Abruzzo, invece, è stato Massimo Criscio, giovane proprietario di una dimora storica ai confini col Molise, il Palazzo Tour d’Eau a Carunchio. Dopo aver studiato in Minnesota e contattato di persona i principali tour operator d’oltreoceano, Criscio ha dato il via a ‘Abruzzo Cibus’, lezioni in inglese e mani in pasta per mettere a tavola e poi degustare pasta alla chitarra, cavatelli, sagne appezzate (i maltagliati) e ‘pallotte cacio e ovo’. Ma c’è anche il tempo per le escursioni: dalle prove di pesca dal trabocco alle visite a caseifici e antichi saponifici dove si lavora l’olio d’oliva, il latte di capra e d’asina.
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