Buona la prima per il Food&Wine Tourism Forum, 7^ edizione del più importante appuntamento in Italia dedicato all’innovazione del turismo enogastronomico, partito da Pollenzo (Cn) con la prima delle tre date del nuovo format itinerante tra le colline di Langhe Monferrato Roero. Promosso e organizzato dall’Ente Turismo Langhe Monferrato Roero con la direzione scientifica di Roberta Milano e l’obiettivo di rafforzare il legame tra il turismo e il variegato mondo dell’enogastronomia, il Forum è diventato negli anni un’occasione di incontro e confronto tra i massimi esperti nazionali del settore, ospiti internazionali e addetti ai lavori, per ragionare insieme sui temi più attuali che riguardano il turismo enogastronomico e la sua industria.
Durante l’introduzione ai lavori del Forum, il cui tema 2024 è Re/Action, la direttrice scientifica dell’evento Roberta Milano ha parlato “dell’urgenza di azione dopo anni in cui si è prodotto molto in termini di dichiarazioni d’intenti, di strategie o di visioni, che sono passaggi necessari, ma di cui troppo rimane poi solo sulla carta”.
Tre i temi in particolare su cui intervenire: la sostenibilità, l’innovazione e il turismo enogastronomico. Sul primo punto è stato citato il recente Sustainable Travel Report 2024 di Booking che mette in evidenza una crescente “stanchezza, impotenza e disillusione” tra i viaggiatori. Secondo il 29% dei viaggiatori, infatti, il danno già causato è irreversibile e le scelte di viaggio personali non potranno cambiare la situazione.
Sull’innovazione digitale il ritardo dell’Italia è dimostrato dal DESI (Digital Economy and Society Index), un indice introdotto dalla Commissione Europea per misurare i progressi dei Paesi europei sulla digitalizzazione dell’economia e della società. L’Italia si piazza al terzultimo posto per competenze digitali, quella formazione specifica del Capitale Umano che risulta bassa sia nelle imprese, sia tra i laureati. Un problema enorme anche per affrontare le sfide dell’Intelligenza Artificiale.
Rispetto al turismo enogastronomico, siamo di fronte a un mercato che gli analisti finanziari prevedono crescerà a una media annua del +17 % per la componente gastronomica e del 13% per la componente vino. Ma per agire occorre prima misurare e monitorare. UNWTO e OIV, nella loro mappatura del 2022, hanno purtroppo rilevato che il 70% dei Paesi non raccoglie sistematicamente dati sull’enoturismo e il 70% non ha creato indicatori di sostenibilità sull’impatto del wine tourism.
Nelle sale dell’Albergo dell’Agenzia, oltre 150 tra operatori del settore, giornalisti e studenti hanno preso parte alla giornata dal titolo La gastronomia, la cultura del cibo e la creatività, in un fitto programma di interventi e panel pensati per portare l’attenzione sul valore culturale del cibo, un percorso iniziato quasi quarant’anni fa da Slow Food ma, purtroppo, non ancora completato.
Ed è a partire proprio da un excursus sulla storia del movimento fondato da Carlo Petrini nel 1986, affidata al presidente di Slow Food Editore Roberto Burdese, che si sono ripercorse le tappe fondamentali di come Slow Food sia nato e abbia lavorato “per riscoprire e dare una dignità culturale alla gastronomia, attraverso la salvaguardia della biodiversità, delle materie prime, delle ricette locali e di realtà culturali come le osterie”.
Il Forum ha portato a Pollenzo i rappresentanti della rete delle Città creative UNESCO per la Gastronomia, per un confronto tra idee, azioni, eventi e festival che hanno contribuito alla promozione dei territori e allo sviluppo delle comunità coinvolte. Da Forme in Italy e Food Film Fest a Bergamo con il racconto del Focal Point Claudio Cecchinelli all’esperienza del Laboratorio Aperto di Parma, dove gli attori della filiera agroalimentare possono confrontarsi ed elaborare strategie innovative e in linea con gli obiettivi dell’Agenda 2030 presentata dal responsabile Marketing della città, Mario Marini, fino alla testimonianza di Alba – città creativa dal 2017 – impegnata in diversi progetti tra cui OrtoGrafia. Dall’estero, poi, l’esempio del Food Festival di Bergen con l’assistente del Focal Point, Alexandra Angell, e ancora dal Portogallo – Paese ospite di questa edizione del Forum – il racconto del festival Sabores Imaginarius a cura della responsabile dell’Ufficio Turistico di Santa Maria da Feira Paula Magalhães.
‘Cultura ed enogastronomia’ il titolo invece del panel con protagonisti il manager culturale Paolo Verri, oggi direttore della Fondazione Mondadori, Silvano Straccini, direttore generale di Pesaro capitale italiana della Cultura 2024, e Daniele Valletta, amministratore delegato di Treccani Esperienze. Un dialogo moderato dal direttore generale dell’Ente Turismo, Bruno Bertero, per parlare di agricoltura e cultura gastronomica, di identità e diversità, di connessioni e di possibilità di avvicinare il pubblico dei più giovani al mondo della cultura, in cui è emersa la necessità oggi di formulare nuove domande rispetto alle esperienze turistiche da offrire in una società sempre più complessa e in divenire.
Il focus finale è stato dedicato al legame tra alta ristorazione e turismo. I numeri portati da Roberta Garibaldi, presidente dell’Associazione Italiana Turismo Enogastronomico, dicono che il 63% dei turisti stranieri e il 49% degli italiani ritengono importante nella scelta del viaggio la presenza di ristoranti e chef di alto livello, segnalati nelle principali guide del settore, dimostrando quanto gli stellati possano essere un driver importante per il turismo. Interessante anche l’analisi sulle fasce di età che indica nel raggruppamento 25-34 anni, con il 24%, quello che con più frequenza ha mangiato in un ristorante gourmet di alto livello nei propri viaggi. Secondo Federico Ceretto, produttore di vino e rappresentante dell’alta ristorazione per l’attività di famiglia, “non solo uno stellato diventa una destinazione di viaggio (nel senso che in base alla prenotazione si costruisce poi la vacanza con le altre esperienze territoriali), ma una aggregazione di ristoranti di qualità in un territorio ne determina il posizionamento turistico”. Questo è accaduto, ad esempio, in Danimarca dove il 38% degli stranieri sceglie Copenhagen per l’esperienza gastronomica (fonte VisitDenmark). Ma questo è il frutto di una strategia che ha saputo valorizzare una generazione di fenomeni anche grazie ad agevolazioni e investimenti. Parlando poi di sostenibilità, secondo Ceretto, «non esiste l’overtourism, ma soltanto la capacità o meno, degli operatori e/o dei territori, di gestire i flussi con un’offerta adeguata alle diverse tipologie di turisti enogastronomici che vogliamo intercettare».
Durante l’appuntamento di Pollenzo, il Food&Wine Tourism Forum ha ufficialmente aderito e condiviso la raccolta firme per inserire l’educazione alimentare come insegnamento obbligatorio nelle scuole di ogni ordine e grado promosso da Slow Food e dall’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo www.appelloeducazionealimentare.it/appello/ .