“Povero turismo di Puglia. L’assessore regionale al Turismo e Cultura Loredana Capone ignora totalmente il comparto alberghiero nelle cosiddette “misure urgenti per gli operatori della cultura, dello spettacolo, del cinema e del turismo” approvate dalla Giunta per l’emergenza Coronavirus. In un momento drammatico per l’intera economia regionale, si preoccupa di garantire e sostenere soltanto la seconda delle sue deleghe (la Cultura) che si rivolge ad un mondo variegato fatto per lo più di operatori attivi solo e soltanto con il denaro pubblico e poco si misurano con l’economia di mercato. Sorprende che l’unica misura per il turismo sia addirittura quella a favore dei furbetti dell’appartamentino, ossia degli abusivi della ricettività, che regala loro un altro anno di illegalità e incassi a nero”. É quanto riporta la nota di Federalberghi Puglia sui danni inflitti al comparto turistico dal coronavirus.
“Questa tremenda crisi sta fiaccando le nostre imprese e l’intero comparto alberghiero è vicino ormai alla chiusura totale – dice Francesco Caizzi, presidente della Federalberghi Puglia – La Regione Puglia non ha risposto al nostro grido d’aiuto per le oltre 1.000 imprese alberghiere costrette a ridurre e licenziare il personale e, in casi sempre più numerosi, a chiudere i battenti. L’assessore Capone ha spacciato per interventi a sostegno del turismo alcuni provvedimenti che interessano, di fatto, solo la Cultura e vanno in soccorso di tutti coloro che hanno beneficiato dei soldi pubblici distribuiti dal suo stesso assessorato. E, per aggravare il danno aggiungendo la beffa, ci fa specie che Capone si sia addirittura preoccupata dei furbetti dell’appartamentino, ossia degli abusivi della ricettività, regalando loro un altro anno di illegalità e incassi a nero.
Federalberghi – aggiunge Caizzi – nell’unica riunione del 3 marzo scorso nella sede dell’assessorato al Turismo, ha riferito a chiare lettere le pressanti urgenze del comparto alberghiero: a) sostegno al reddito in qualunque forma per i lavoratori dipendenti, che comporta un costo contenuto per la Regione; b) erogazione alle aziende alberghiere dei finanziamenti già deliberati per il PIA Titolo II, a costo zero per l’ente. Dopo 20 giorni di violenta crisi perdurante, nulla è accaduto. Anzi, la protervia e la disonestà intellettuale del politico di turno ha abusato del suo modello comunicativo per divulgare solo propaganda elettorale. Sono stati definiti interventi urgenti solo alcuni pannicelli caldi che non stanno impedendo la chiusura delle aziende alberghiere e il licenziamento del personale. Molto poco, per non dire niente, rispetto alla drammatica prospettiva, ormai reale purtroppo, di assistere al crollo dell’intero sistema alberghiero, fulcro del turismo pugliese che nel 2019 ha impattato per 6,5 miliardi sui consumi finali, coinvolgendo, direttamente e indirettamente, nella filiera ben 135.000 addetti.
Gli imprenditori e le oltre mille aziende alberghiere pugliesi, che nella stragrande maggioranza non partecipa alla spartizione della torta dei fondi pubblici e che opera nel mercato e resta il core business del sistema turistico regionale – ribadisce – sono ignorati e rimandati a una semplice lettera di raccomandazione al Governo centrale. Eppure sono loro che da oltre un mese sono in trincea a combattere con le cancellazioni e i no show. Eppure sono loro che hanno a carico tutti i lavoratori dipendenti del settore, con regolare contratto di categoria e nella stragrande maggioranza a tempo indeterminato. Eppure sono moltissimi, tra di loro, che hanno chiuso i battenti e licenziato i dipendenti.
La crisi ha già colpito tutti i segmenti del nostro comparto ormai da 20 giorni – conclude Caizzi – Il turismo nella sua globalità fino ad aprile è crollato del 100%, quello business e leisure di primavera naviga oltre il 60%, mentre la meeting industry ha chiuso i battenti per la sua migliore stagione e il luxury e il wedding registrano cancellazioni anche per l’estate per oltre il 50%. Le nostre aziende hanno bisogno immediatamente della garanzia dell’intervento del fondo integrazione salariale e della cassa integrazione in favore di tutte le aziende e tutti i dipendenti, in tutte le sue forme possibili di sostegno al reddito, con la concessione di indennizzi per le imprese e i lavoratori autonomi del turismo che abbiano subito una significativa riduzione dell’attività. Diventa urgente, inoltre, la sospensione e/o esenzione dei contributi previdenziali e del pagamento delle imposte dirette e indirette per un periodo coincidente col perdurare della crisi e, comunque, non inferiore a 12 mesi come già avvenuto per gli eventi sismici”.