Arriva un magazine per promuovere l’enogastronomia della provincia di Lecce. Si chiama ‘Salento in bocca’ ed è diretto da Tonio Piceci, cuoco, cultore della gastronomia, giornalista e fondatore della scuola di cucina “Academia Lupiensis”. A sottolineare l’importanza dell’iniziativa è Giovanni Serafino, presidente sezione turismo Confindustria , e Antonio Corvino, direttore generale Confindustria Lecce. “Confindustria guarda con attenzione e simpatia a queste iniziative – ha spiegato Serafino in sede di presentazione – perché gastronomia vuol dire anche agroindustria, ed entrambe possono essere tradotte in turismo”.
“La rivista – aggiunge Antonio Corvino, direttore generale Confindustria Lecce – è una risposta seria e competente alle esigenze di cultura gastronomica della fascia alta del turismo locale, interessata ad approfondire la tradizioni culinarie della nostra zona”.
L’impostazione del magazine è in linea con il tentativo, promosso a livello economico e turistico, di evidenziare le peculiarità del territorio salentino, al di la dei confini provinciali. Nella nuova rivista, specifica Piceci. “la bocca è intesa nella sua accezione filologica. È quindi sicuramente una bocca che mangia e gusta, ma anche una bocca che parla, dialoga e discute. La bocca è soprattutto voce, e questa voce non può rimanere vincolata a un tema o a dei confini geografici”. Da questa convinzione deriva l’impostazione del magazine, dove ampio spazio è certamente riservato al cibo a al vino, ma anche dove l’arte culinaria diventa il canale per veicolare altro.
L’impostazione del magazine è in linea con il tentativo, promosso a livello economico e turistico, di evidenziare le peculiarità del territorio salentino, al di la dei confini provinciali. Nella nuova rivista, specifica Piceci. “la bocca è intesa nella sua accezione filologica. È quindi sicuramente una bocca che mangia e gusta, ma anche una bocca che parla, dialoga e discute. La bocca è soprattutto voce, e questa voce non può rimanere vincolata a un tema o a dei confini geografici”. Da questa convinzione deriva l’impostazione del magazine, dove ampio spazio è certamente riservato al cibo a al vino, ma anche dove l’arte culinaria diventa il canale per veicolare altro.