Monumenti sonori e video con i codici miniati: Bitonto sarà tra le prime città d’arte interattive d’Italia. Le pietre delle sue strade parleranno direttamente con i visitatori, che avranno la possibilità di illuminare porzioni della città secondo la propria volontà. E più che scenari avveniristici alla Blade Runner, il sindaco Nicola Pice preferisce appellarsi a uno spirito “avventuristico e fumettistico”, acui s’ispira, del resto, il nome del progetto, intitolato appunto Playstory. A realizzarlo sono stati l’Interaction design institute di Ivrea e lo studio di architettura Ma0 di Roma, grazie a risparmi di gara pari a circa 250mila euro provenienti dalla ristrutturazione del teatro Umberto I. Con un sito web il visitatore sarà trasportato direttamente nel centro storico grazie a una serie di telecamere che seguiranno una rete di percorsi o di eventi significativi. Nella città vecchia saranno allestite le “pietre parlanti”, un sistema audio-digitale diffuso con box dove, poggiando l’orecchio, si potranno ascoltare la storia e i segreti della città o la musica dei compositori bitontini. Una mappa sonora che ogni mese sarà cambiata a seconda degli itinerari proposti. Il teatro Umberto ospiterà l’installazione Tune Me, recentemente in esposizione al Victoria & Albert Museum di Londra. Una struttura ellissoide nella quale è possibile entrare, sedersi e, sfiorando alcuni sensori, sintonizzarsi su stazioni che rimandano brani del compositore Tommaso Traetta. La biblioteca ospiterà un’installazione con pagine bianche da sfogliare per azionare una video-proiezione zenitale di preziosi codici miniati. Sulla terrazza panoramica del Torrione Angioino, da un punto speciale e tramite un portale a sensori fotoelettrici a interruzione di fascio, si potrà illuminare la piazza indicando gli edifici più significativi azionando, al contempo, registrazioni audio che racconteranno la storia dei punti prescelti.