Air Italy, ex lavoratori bruciano le divise ai cancelli: prossima manifestazione a Roma

Date alle fiamme le divise dei piloti e degli assistenti di volo Air Italy. A farlo gli ex dipendenti della compagnia nel piazzale dell’Aeroporto di Olbia. Un licenziamento collettivo la cui data era nota da tempo, ma che “la politica e le istituzioni non sono state in grado, o non hanno voluto, evitare”, attaccano i lavoratori e i sindacati autonomi radunati in assemblea proprio sotto le insegne della loro ex azienda. Senza lavoro e senza cassa integrazione, scaduta il 31 dicembre, non si vogliono arrendere. “Chiediamo che sia riconvocato immediatamente il tavolo interministeriale. Per 1.322 famiglie non ci potrà essere alcun futuro in mancanza di un forte e immediato intervento di recupero da parte del Governo”, dice il segretario regionale di Anpav Sardegna, Marco Bardini. “Abbiamo convocato questa assemblea per smuovere le cose, per far sì che le istituzioni si occupino finalmente della vicenda Air Italy, cosa che fino a oggi non hanno fatto”, spiega Omar Trudu, rsa del sindacato Usb. “Questo dramma sociale e lavorativo si consuma con la colpevole e irresponsabile indifferenza delle istituzioni competenti per gestire la crisi, incapaci di produrre una soluzione tecnica o politica per risolvere la vertenza – sostiene il segretario regionale dell’Ugl Trasporto Aereo, Nicola Contini – Denunciamo poi l’ingiustificata disparità di trattamento nella gestione della vertenza Air Italy rispetto ad altre crisi dello stesso settore, prima fra tutte quella Alitalia, per cui sono stati messi a disposizione due anni di ammortizzatore sociale e un futuro sbocco occupazionale presso la neo costituita Ita”.
Una mano per risolvere la vertenza è arrivata dal sindaco di Olbia, Settimo Nizzi, che ha inviato una lettera al presidente del Consiglio dei ministri, Mario Draghi, invitandolo a “intraprendere personalmente azioni dirette a convocare i vertici della famiglia di sua altezza reale Karim Aga Khan e dell’Emiro del Qatar, per trovare una soluzione condivisa”. Ma per ora tutto tace sul fronte politico. Nel frattempo, martedì 11 gennaio saranno ancora una volta i lavoratori a far sentire la loro voce con l’ennesima manifestazione convocata questa volta a Roma.

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