Sardegna: bene agriturismi, ma calano hotel di lusso

Il dato emerge da un sondaggio del Comune di Arzachena

Arzachena, “capoluogo” della Costa Smeralda, l’anno scorso ha commissionato un sondaggio per saggiare il livello di soddisfazione degli ospiti. Dallo studio è emerso che circa il 40% dei turisti che nel 2008 ha scelto la Costa Smeralda per trascorrere le vacanze ha soggiornato in villaggi, agriturismi e campeggi, con una permanenza media di due settimane e una spesa non superiore ai 2 mila euro. Da giugno a settembre sono stati intervistati 2.600 turisti (80% italiani, 20% stranieri) sparsi nel comune gallurese e in 17 spiagge tra le più belle ed esclusive della costa. Il 60% conosceva già la Sardegna di cui hanno detto di apprezzare soprattutto il mare e il paesaggio, ma non i servizi, giudicati carenti o troppo cari. Pur mantenendo una quota apprezzabile del 22%, si è ridotto il numero di ospiti negli hotel di lusso. “É un trend che registriamo ormai da qualche anno – spiega il sindaco di Arzachena Piero Filigheddu – anche per questa stagione le previsioni indicavano una flessione nei 5 stelle, ma la domanda è ora in crescita dopo il trasferimento del G8 da La Maddalena a L'Aquila”. Di contro, sono risultati in aumento i turisti nelle case in affitto (20%), gli habituè delle seconde case (17%) e gli ospiti da amici (9%). Il 7% ha soggiornato in hotel a 3 stelle, il 6% in residence e campeggi, quasi il 5% nei villaggi e circa il 3% negli agriturismi. Inoltre, dall'indagine è emerso un allungamento della vacanza: il 42% si è fermato per due settimane, il 28% per una, solo il 13% per tre. A questi dati si è associata  una riduzione della spesa procapite: il 55% degli intervistati ha speso in media 2 mila euro, il 31% tra i 2 e 3 mila, quasi il 18% tra i 3 e 5 mila euro, mentre appena il 4,3% oltre 5 mila. Tra le richieste più pressanti quella di avere a disposizione più spiagge libere. “Faremo una battaglia su questo – annuncia l'assessore del Turismo Rino Cudoni – Solo nel nostro territorio ricadono 70 concessioni demaniali: è tempo che la Regione ne affidi la gestione ai Comuni che potranno così “liberare” ampie fette di litorale”.
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