Tra il 2010 e il 2012 la Sardegna ha registrato un calo dei trasporti marittimi. A renderlo noto i dati della Banca d'Italia che evidenziano il calo globale degli arrivi in Sardegna tra il 2009 e il 2012 del 21,70%, pari a 531.000 turisti in meno, di cui 466.000 sono italiani. Nello stesso periodo sono andati in fumo 2.780.000 pernotti sull'isola.
I dati sono stati citati nell'assemblea di Astoi, che quest'anno si svolge a Porto Cervo con il convegno ‘La Sardegna 'isolata' dalla crisi dei trasporti: calo delle prenotazioni ed effetti sull'economia turistica’.
Il segno meno riguarda soprattutto il traffico nei principali scali marittimi sardi che, nel periodo 2010-2012, subisce un decremento del 28,83% pari a 1.970.000 passeggeri trasportati in meno. Per quanto riguarda il traffico aeroportuale dal 2011 al 2012, il calo è stato contenuto, -1,08%, 76.000 passeggeri in meno.
“Un calo di presenze ormai strutturale – dice Nardo Filippetti, presidente di Astoi – dovuto sì alla crisi dei trasporti ma anche ad altri fattori come il cattivo rapporto qualità-prezzo, scarsa innovazione di prodotto, nuove logiche distributive, disintermediazione, mancato adeguamento alla rapida evoluzione della domanda”.
“Mettiamo a disposizione il paradiso terrestre e noi pretendiamo che se da questa terra si prende è necessario restituire con gli interessi, perché per effetto di tutti i giochetti sulla pelle del popolo sardo mancano all'appello oltre un 1,3 milioni di presenze. In 3 anni – commenta Luigi Crisponi, assessore regionale al Turismo – si sono persi 5 milioni di euro e 8mila lavoratori, chiuse mille attività d'impresa l'anno e siamo preoccupati che l'economia del mare possa essere ulteriormente ferita".
L'assessore punta il dito sul caro prezzi del trasporto marittimo.