Dopo la clamorosa iniziativa di protesta di Giuseppe Di Giacomo, ex sindaco di Comiso che ieri si è incatenato davanti all'ingresso dell'aeroporto per chiederne l'immediata apertura, anche il mondo politico siciliano si mobilita. Il primo a scendere in campo è stato il presidente della Regione siciliana Raffaele Lombardo che ha annunciato il suo impegno concreto: "proporrò con determinazione la vicenda all'attenzione del prossimo consiglio dei ministri. E' impensabile che una struttura relativamente piccola quale è l'aeroporto di Comiso debba sobbarcarsi costi che non le competono e che la metterebbero, fin da subito, in difficoltà. Per questo chiediamo al governo centrale e alle autorità competenti che si assumano i costi per il controllo aereo e per i servizi relativi alla sicurezza, assicurati dai vigili del fuoco, così come avviene in qualsiasi altro aeroporto sul territorio italiano".
Sulla stessa scia anche l'assessore regionale al turismo, Nino Strano. "Non si può più rinviare: l'aeroporto di Comiso serve anche al turismo. I fatti dimostrano che uno scalo non soffre se se ne potenzia uno vicino a forte vocazione turistica, come è successo a Punta Raisi, che non ha visto decrescere le presenze con il notevole incremento di Trapani Birgi. Già alla fine dello scorso anno in diversi incontri a cui partecipammo come Regione, grazie alla delega ai Trasporti, ci fu assicurato che entro il 2010 Comiso sarebbe stato operativo. Invito quindi – ha concluso Strano – la Sac, la società che gestisce gli scali di Comiso e Fontanarossa, e l'Enac a farsi parte attiva, insieme all'assessore regionale alle Infrastrutture, Luigi Gentile, a intervenire presso i ministeri competenti per il celere trasferimento del suolo aeroportuale. Lo sviluppo del Sud Est non può più attendere".