Varchi: San Paolo Palace caso esemplare gestione beni confiscati

“Il San Paolo Palace è una bella storia palermitana da raccontare in tutta Italia. Lo Stato ha vinto la sfida con la mafia anche in campo economico, confiscando un’azienda, rendendola pienamente competitiva e riuscendo a mantenere un livello occupazionale elevato per gli standard della nostra città. Per questo motivo mi sorprende che qualcuno possa considerare il San Paolo Palace solo come immobile da poter destinare a piacimento a qualsiasi funzione perchè non è così”. Così il vicesindaco con delega ai Beni confiscati di Palermo, Carolina Varchi, replica alla richiesta avanzata nei giorni scorsi dall’Ersu, che vorrebbe chiederne l’assegnazione per destinarlo a residenza universitaria (vedi news).

“Il San Paolo Palace è un esempio, è la prova che lo Stato fa applicare le proprie leggi e produce economia sana, posti di lavoro veri ed è pertanto un’eccellenza frutto di valore e impegno dell’Agenzia nazionale beni confiscati. Questa best practice, anzi, deve indurre le Istituzioni a ripensare la gestione dei beni confiscati in modo da valorizzarne il potenziale economico, nel rispetto della legalità ed evitando ogni ipotesi di rischio infiltrazioni.

La struttura, che è anche l’hotel di massima capienza in città, è l’unico centro congressi rimasto nella vasta area della Sicilia nord occidentale. Sequestrato nel ’94 ad un prestanome dei Graviano e poi definitivamente confiscato nel 2000, è oggi un’azienda in piena attività, sotto la direzione attenta e scrupolosa di Salvo Romano. Durante la pandemia è stato trasformato in covid hotel, facendo registrare 43.511 room night e riuscendo a servire 120mila pasti rispettando tutte le prescrizioni e le tutele per la salvaguardia del personale. Ha riaperto i battenti il primo maggio del 2022 raggiungendo subito i livelli ricettivi del 2019 e diventando punto di riferimento per turisti che arrivano da ogni continente.
Grazie all’opera delle maestranze interne, senza ricorrere all’indebitamento, sta effettuando una ristrutturazione dei vari piani e delle camere, migliorando dunque l’offerta ricettiva”, conclude Varchi.

Immediata la replica del presidente dell’ERSU, Michele D’Amico: “lo Stato ha sicuramente vinto la sfida con la mafia e adesso – attraverso l’Agenzia del Demanio – ha candidato il bene confiscato a essere destinato a residenza universitaria comunicandolo formalmente. Tale attività è dettata dalla Legge del governo nazionale Meloni (art. 15 del decreto legge 24 febbraio 2023, n. 13) che stabilisce che l’Agenzia del Demanio individui beni immobili di proprietà dello Stato da destinare a residenze universitarie, oggetto di finanziamento con le apposite risorse previste nell’ambito delle misure del PNRR. L’ERSU di Palermo, aderendo a questa possibilità, garantendo prioritariamente i livelli occupazionali dei lavoratori del San Paolo Palace, contando di potere ottenere le risorse del PNRR ha, pertanto, chiesto alla Segreteria Generale della Presidenza della Regione Siciliana di avviare la procedura amministrativa di richiesta di assegnazione del San Paolo Palace di Palermo”.

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