Acirealehotels, Zappalà convoca assemblea straordinaria

Riunione domani per decidere come combattere crisi turismo siciliano

Il turismo siciliano sta attraversando un periodo di forte crisi: nel 2001 il comparto alberghiero siciliano ha fatto registrare la cifra record di 11.500.000 di presenze ma dal 2002 ha preso il via un'inesorabile, quanto lenta e costante, regressione che ha portato alle odierne 9 milioni di presenze, a fronte peraltro di un aumento vertiginoso dei posti letto, passati dai 70.000 del 2001 ai 140.000 circa del 2009 con un'occupazione media pari ad uno sconcertante 18%. Inizia così la lettera di Salvo Zappalà, presidente Acirealehotels, inviata agli albergatori acesi e alle istituzioni, in cui viene convocata per domani alle 10 un'assemblea straordinaria nella sede del consorzio ad Acireale per discutere sulle possibili azioni da mettere in campo entro brevissimo tempo.

Nelle scorse settimane il Consorzio Acirealehotels aveva già lanciato il proprio grido d'allarme, chiedendo a gran voce l'adozione di una serie di misure finalizzate a risollevare le sorti delle aziende che continuano a licenziare il personale e sembrano destinate ad un inesorabile fallimento.

"Sono diverse le ragioni che hanno condotto il sistema a tale grave situazione – osserva Zappalà – innanzitutto, ritengo si tratti del risultato di una serie di politiche sbagliate poste in essere dalle varie amministrazioni di governo regionali succedutesi nel tempo, "avallate" dall'inerzia di noi imprenditori che, tollerando le scelte dei nostri rappresentanti politici, ci siamo resi colpevolmente complici. Per esperienza personale posso affermare che le associazioni di categoria non sono in grado di determinare un reale cambiamento, spesso, infatti, chi arriva ai vertici delle organizzazioni commette, magari inconsapevolmente, l'errore di spogliarsi delle vesti di imprenditore e di assumere connotati troppo simili a quelli della classe politica, dando vita ad infruttuosi connubi. La verità è che spesso ci si accontenta di 'favori', elemosinando piccole provvidenze, senza mai intestarsi le grandi battaglie".

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