Confesercenti Assoturismo Sicilia, luci spente per solidarietà

Pressione fiscale e assenza di programmazione aggravano crisi del turismo

Anche Confesercenti Assoturismo Sicilia si unisce al coro contro il regime di pressione fiscale che sta stritolando l’intero settore dell’industria e delle professioni turistiche. Per questo motivo anche le strutture alberghiere aderenti ad Assoturismo Confesercenti Sicilia, parteciperanno alla $ manifestazione di protesta di oggi, indetta nel corso dell’assemblea straordinaria di Federalberghi Sicilia dei giorno scorsi.            
“L’inasprimento delle politiche del prelievo fiscale,  esprime  la  chiara volontà della nostra classe politica di voler scaricare i costi della crisi e del ripianamento del deficit  pubblico su un preciso segmento del sistema sociale ed economico, per lo più costituito da micro e piccole imprese, le stesse di cui si compone il settore turistico. Non è bastato, l’appello da parte del  mondo Associativo, a sollecitare un sistema contributivo che potesse rispondere alla esigenza di proporzionalità e perequazione del carico fiscale cosi come non è stato sufficiente alimentare una dialettica tra le Organizzazioni Rappresentative del Turismo e il Governo regionale per determinare un cambiamento strutturale sulle politiche del turismo. Questo è lo scenario in cui le nostre imprese si trovano ad operare, quello di condividere una fetta sempre più grande dei propri guadagni con lo Stato e i suoi apparati, con l’amara consapevolezza che sempre più spesso tali risorse vengono impiegate senza che vi sia un ritorno in termini di utilità per lo sviluppo dei  territori e il sostegno delle imprese – dicono dall’Associazione –  IVA, Imu, Irap, Tarsu, tassa di soggiorno, diventano strumenti per alimentare un sistema contributivo, che di fatto mortifica e indebolisce il tessuto imprenditoriale e che allontana sempre più il mondo produttivo sano, dalle istituzioni. Se a tutto ciò aggiungiamo, anche un costo del lavoro che pone l’Italia ad indossare la maglia nera tra i paesi comunitari, ci rendiamo conto come sia difficile fare impresa in uno stato come il nostro. Una pressione fiscale che oscilla tra il 48% e il 56% rappresenta un  freno allo sviluppo e alla crescita delle attività di impresa, un sistema contributivo non più sostenibile attraverso il quale lo Stato impone alla classe  produttiva dell’Italia di partecipare alle perdite ma senza avere mai utili da ripartire. Per ridare vigore all’economia turistica, occorre stabilire criteri concreti di crescita armonica e dare seguito alla politica del rigore con la politica dello sviluppo economico prevedendo una riduzione della pressione fiscale su cittadini e imprese, semplificando radicalmente fisco e burocrazia, abbattendo il costo del lavoro, liberando investimenti sulle infrastrutture e rideterminando le condizioni per gli affidamenti bancari alle PMI. Su questi temi riteniamo che la politica regionale non possa più prendere tempo, ma deve aprire un dialogo con il settore per individuare misure e strategie condivise in grado di restituire competitività alla nostra offerta turistica regionale che continua ad esprimere un potenziale sottodimensionato soprattutto con riferimento ai livelli occupazionali che il comparto potrebbe garantire alla nostra Isola”, condono da Confesercenti Assoturismo Sicilia.

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