Nelle scorse settimane, in molti si sono deliziati a esaltare la crescita del turismo ma, per evitare ulteriore confusione, Noi albergatori Siracusa ha diffuso i dati statistici al 31 maggio 2024, censiti a Siracusa dal Centro Studi di Noi albergatori e filtrati con l’Osservatorio regionale del turismo siciliano e l’Istat: 113.003 pernottamenti italiani, a +2.377 (+2,1% sul 2023); 174.450 stranieri, a +21.509 (+14.1% sullo scorso anno). Totale soggiorni, italiani e stranieri: 287.453, in aumento di 23.886 unità (+9,1% raffrontati sullo stesso periodo 2023).
“È del tutto evidente – sottolinea Giuseppe Rosano, presidente di Noi albergatori Siracusa – che il buon risultato è stato trainato principalmente dal mercato estero e non certamente, come osservato da alcuni, dalla domanda domestica, ossia italiana. C’è da dire che, tra gli effetti depressivi, dovuti al forte ritardo nello sviluppo infrastrutturale, specialmente in quello ferroviario e con gli aeroporti al collasso, la Sicilia si sbrodola di aver registrato nel 2023 il record di 16,8 milioni di presenze turistiche: +13,9% sul 2022. All’ottavo posto in Italia. Al pari della Puglia ma sotto la Campania, il Veneto, la Toscana, la Lombardia, il Lazio e dietro la Provincia di Bolzano che, con soli 7.400 Km quadri di territorio, assomma 36,7 milioni di presenze turistiche, mentre la Trinacria, con un’area di 25.711 km quadri, registra meno della metà. Quindi c’è molta strada da fare per urlare ai record. Siracusa ha fatto meglio nel 2023, brillando come destinazione turistica, toccando il miglior risultato mai raggiunto: 1 milione di pernottamenti, in crescita del 37,0% sul 2022”.
Il presidente di Noi albergatori Siracusa prosegue: “Finito il tempo dell’autoreferenzialità, adesso è il momento di adottare scelte ragionate. Il turismo in Sicilia, e in particolare a Siracusa, è stimato in crescita. Nel giro di 4/5 anni la nostra città raggiungerà 1,5 milioni di soggiorni: circa il 50% in più dello scorso anno. Esaurito lo stato di euforia, è giunto il momento di determinare un patto di progettualità sul tipo di turismo che “Siracusa vivibile” intende adottare in futuro e soprattutto quali servizi garantire ai viaggiatori e ai cittadini: non solo a parole. Per evitare che l’improvvisazione e l’assenza di programmazione, assieme all’inefficiente gestione dei flussi turistici, ci trascini al declino anziché al successo, occorre rimuovere il ricorso alla ricetta di un etto di turismo di qualità, due di sostenibile, tre di overturismo, quattro di crocieristico, un’oncia di spettacoli canori e sale e pepe quanto basta. Perseverare su codesto minestrone non è la terapia giusta. Quali quindi le soluzioni? Metodologicamente, il percorso da seguire si dovrà articolare, attraverso un patto di progettualità, denominato “Siracusa dei bisogni”, generato da un nucleo politico-imprenditoriale e di addetti ai lavori, in possesso di professionalità, che abbiano idee ed energie fresche e la capacità di aggregare l’amministrazione comunale, gli albergatori (promotori dell’offerta e domanda ricettiva) e altre parti integranti del settore, da condividere anche con le “componenti distanti”. L’obiettivo è quello di mettere in atto concreti e decisivi percorsi comuni di sviluppo, tesi a pretendere dal governo della città la soluzione dei problemi endemici che affliggono Siracusa, tra i quali: viabilità, trasporti urbani e parcheggi”.
Ecco “l’elenco” di priorità di Noi albergatori Siracusa: fare uscire Siracusa dal fondo della classifica per qualità della vita; analisi, in un disegno unico, per decidere: modello di accoglienza, densità delle strutture ricettive, quantità e qualità della ristorazione, al fine di chiarire su quale sviluppo turistico Siracusa vuole puntare nel prossimo futuro: massa, elitario, culturale, crocieristico, o altro; vivibilità e sostenibilità di Ortigia per residenti e turisti. Arrestare la crescita di strutture ricettive, di ristorazione e dehors. Pedonalizzazione. Servizio navetta. Movida. Piazza Duomo off-limits a tutti i veicoli. Argomenti, questi, da discutere con il Comitato Ortigia cittadinanza resistente”.