Dal 16 giugno al 31 dicembre 2025 la Valle dei Templi ad Agrigento ospita la mostra “Tesori d’Italia” a Villa Aurea. Un evento che fa innalzare però il prezzo del biglietto di ingresso al sito archeologico che passa da 12 a 15 euro. Anche per chi non è interessato a visitare la mostra. Ed è su questo punto che le associazioni di categoria alzano la voce. In una lettera congiunta indirizzata all’assessorato regionale ai Beni Culturali guidato da Francesco Paolo Scarpinato, Fiavet Sicilia, Confesercenti e Sicindustria chiedono all’assessorato di intervenire con la massima tempestività per impedire l’imposizione del pagamento di ingresso alla mostra a chi chiede di visitare il parco archeologico della Valle dei Templi; regolamentare con i gestori la possibilità di inserire mostre all’interno dei monumenti gestiti, dando comunicazione di eventuali costi aggiuntivi con un preavviso minimo di 6 mesi; derogare l’aumento per i turisti che hanno acquistato un pacchetto di viaggio tramite un tour operator (pratica già attuata in precedenza in altre occasioni).
Nella nota, le associazioni ricordano “il diretto intervento del presidente Renato Schifani che ha regolato lo scorso dicembre 2023 l’aumento del costo dei biglietti indicando finalmente e per la prima volta una congrua programmazione temporale dell’aumento per dare modo ai tour operator e alle agenzie di viaggio di calcolare correttamente i costi dei viaggi organizzati”.
“A nulla vale questa azione – si legge ancora – se i gestori dei siti archeologici hanno comunque la possibilità di aumentare improvvisamente il costo dell’ingresso tramite l’imposizione alla visita di una mostra. Mentre chiediamo che questo aspetto dell’accordo con i gestori venga meglio regolato, impedendo la possibilità di inserire un supplemento senza darne preavviso minimo di almeno 6 mesi, ci interroghiamo sulla legalità dell’intervento. Sottolineando l’ovvio, appare chiaro che il turista che si vede costretto a pagare l’ingresso ad una mostra all’interno del parco archeologico non sia interessato alla mostra stessa ma al monumento che la ospita. Senza voler mettere in dubbio la valenza culturale o sociale della mostra, abbiamo la sensazione che si tratti di un espediente per poter aumentare il costo del biglietto (in questo caso del 20%).
Inoltre, persino coloro i quali hanno già acquistato il biglietto in anticipo (per esempio online) dovranno integrare la differenza per potere fruire dell’ingresso già comprato (di questo ultimo aspetto vi esortiamo a verificare la legalità).
Ben più grave è il considerevole aumento dei costi per i tour operator e per le agenzie di viaggio. Il valore di vendita di un pacchetto di viaggio che include l’ingresso a uno o più monumenti è stato calcolato svariati mesi prima della reale fruizione dello stesso. Il tour operator che si trova davanti ad un aumento (ripetiamo, del 20%) del costo del biglietto si trova a doversi fare carico di una spesa non prevista che ricade interamente sul proprio bilancio aziendale.
Oltretutto, nel comune interesse della divulgazione della cultura, il preavviso darebbe modo ai tour operator di arricchire la propria offerta con l’indicazione dell’inclusione della mostra all’interno del pacchetto di viaggio. In questo modo, la mostra costituirebbe un reale richiamo per il viaggio organizzato e non una imposizione dell’ultimo momento”.