Grido d’allarme dei dirigenti dei musei e dei parchi archeologici siciliani: i siti culturali versano nel degrado anche a causa della mancanza di fondi per la manutenzione, come scrive Repubblica.it. Al Paolo Orsi di Siracusa piove dentro. La Villa del Casale è piena di erbacce e da Piazza Armerina è irraggiungibile con mezzi pubblici perché hanno tolto il minibus per i turisti. Al Teatro Antico di Taormina non ci sono fondi per mettere in sicurezza la parte alta, che rimane inaccessibile al pubblico. E, ancora, la cattedrale di Agrigento sta franando. E poi ci sono duecento siti “minori” che SiciliAntica denuncia essere in pieno degrado, da Kamarina a Ragusa a Villa Napoli a Palermo, dall’acropoli di Morgantina all’area archeologica di Eloro a Villa Alliata di Pietratagliata sempre a Palermo.
Ma in un bilancio da 20 miliardi di euro, quanto investe la Regione per la manutenzione e la cura dei propri siti? I numeri, leggendo il bilancio dello scorso anno, sono impietosi. Complessivamente le due voci per “il funzionamento delle soprintendenze per i beni culturali ed ambientali, le biblioteche, i centri regionali e i parchi culturali” e per “il funzionamento dei musei regionali interdisciplinari e dei musei regionali” ammontano ad appena 3,6 milioni di euro.
Nel 2015 lo stanziamento era di 4,3 milioni di euro: “Nel 2010 la spesa per manutenzione era di ben 9 milioni di euro”, fa sapere Michele D’Amico, del Cobas-Codir.
Complessivamente la voce Beni culturali muove circa 200 milioni di euro all’anno, ma questa somma riguarda anche le sovrintendenze e serve per pagare gli stipendi di dirigenti, funzionari e custodi e le spese di funzionamento dell’assessorato e degli uffici interni.