Stop a bandi beni culturali: hanno violato norme antimafia

Il governo Crocetta spiega la decisione sul caso Novamusa. Ma resta problema lavoratori

Violazione delle norme antimafia. E' la motivazione in base alla quale il governo di Rosario Crocetta ha bloccato due bandi per la gestione dei beni culturali (Trapani e Agrigento), dopo lo scandalo che ha coinvolto Novamusa, la società che gestiva alcuni servizi, e l'imprenditore Giovanni Mercadante, arrestato con l'accusa di non avere versato alla Regione circa 40 milioni di euro frutto di proventi per la vendita dei biglietti di accesso ai siti culturali. La motivazione è stata spiegata in commissione Cultura dell'Ars dal dirigente generale del dipartimento dei Beni culturali, Sergio Gelardi. In particolare, nella stesura dei bandi sarebbero state violate le norme sulla tracciabilità dei flussi finanziari e quella di natura pensale.
Intanto, però, resta il problema del futuro dei lavoratori. Con una nuova risoluzione, la seconda in pochi giorni, la commissione Lavoro dell'Ars, presieduta da Marcello Greco, ha infatti chiesto al governo regionale di intervenire al più presto per trovare una soluzione per la gestione dei beni culturali e per la salvaguardia del personale delle società 'Luoghi dell'Arcadià e 'Novamusa'.  I commissari hanno dunque stabilito di convocare una nuova audizione, invitando il governatore Rosario Crocetta e l'assessore Antonio Zichichi. "A noi – ha sottolineato il vice presidente della commissione, Mariella Maggio (Pd) – interessa la salvaguardia dei posti di lavoro e la valorizzazione dei beni culturali in un percorso di rilancio del turismo".

 

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