Record su record per la nona edizione de Le Vie dei Tesori che ha registrato il 63% di ingressi in più rispetto al 2014. Nei 15 giorni della manifestazione (che si è svolta nei cinque weekend compresi tra 2 ottobre e 1 novembre) le visite nei 63 siti aperti con tour guidati sono state 141.232, 54.406 in più rispetto alla precedente edizione (86.826 erano state le visite nel 2014 e 52.964 nel 2013). A questo dato si aggiungono i quasi 6 mila partecipanti ai 50 eventi, alle 150 passeggiate e ai 50 laboratori per bambini.
In tutto quindi, oltre 147 mila partecipanti, dei quali – secondo le rilevazioni dell’Otie, l’Osservatorio turistico delle Isole europee – oltre 62 mila tra escursionisti e turisti (41 mila turisti; 21 mila escursionisti, cioè gente che non pernotta in città). E cresce anche, conseguentemente, la ricaduta di spesa turistica della città, calcolata dall’Otie in oltre un milione e 400 mila euro, il doppio dell’anno scorso. Una spesa che ricade su alberghi, ristoranti, bar, negozi, taxi, trasporti.
“Le Vie dei Tesori – dice Giovanni Ruggieri, presidente Otie – ha fatto crescere l’interesse, e i numeri lo dimostrano, sia del turismo individuale e spontaneo verso Palermo, che dell’industria turistica organizzata, che ha riprogrammato tour e servizi turistici. Un ruolo importante viene dal porto e dal mare, ovvero dal turismo da crociera che ha orientato i flussi dei visitatori verso i luoghi scelti dal Festival”. Secondo l’indagine, il 64% degli intervistati pensa di ritornare per la prossima edizione anche grazie alla diversificazione dei luoghi, degli eventi e delle passeggiate. Il 55%, inoltre, si ritiene ‘molto soddisfatto’ del festival tanto da suggerire un prolungamento della manifestazione o una maggiore frequenza. Non del tutto soddisfatti i turist stranieri che suggeriscono visite in altre lingue oltre l’italiano (quest’anno comunque in alcuni siti erano condotte anche in inglese).
Un successo oltre ogni attesa che fa balzare Le Vie dei Tesori in vetta alle manifestazioni più seguite della città. “Le Vie dei Tesori sono state la nostra Expo”, ha commentato il rettore Fabrizio Micari intervenuto alla conferenza stampa di chiusura, con i suoi predecessori, Roberto Lagalla e Giuseppe Silvestri, durante i cui mandati si è svolta la manifestazione.
Presenti il vicesindaco Emilio Arcuri (“Il festival fa conoscere un patrimonio pubblico. Perché non lavorare da oggi per renderlo permanente? e parlare anche di manutenzione dei siti e sviluppo?”); il presidente del consiglio comunale Salvatore Orlando (“Palazzo delle Aquile è stato uno dei luoghi più visitati, ed è normalmente aperto: quindi anche se i siti sono fruibili, senza un circuito e una comunicazione appropriata, non ricevono la giusta attenzione”); la sovrintendente ai Beni culturali Maria Elena Volpes (“Il castello di Maredolce è stato molto amato, l’anno prossimo uniremo anche il castello dell’Uscibene che stiamo mettendo in sicurezza”); il sovrintendente del Teatro Massimo Francesco Giambrone (“Il festival ha svelato la macchina scenica del Teatro, superando difficoltà oggettive. Una folla enorme, curiosa e pacifica che ha invaso il palcoscenico, in una straordinaria condivisione di piccoli segreti tecnici. Oggi che i luoghi della cultura sono diventati obiettivi del terrorismo, è ancora più importante esserci”).
Secondo il direttore del Festival, la giornalista Laura Anello, “i numeri della manifestazione dimostrano un’enorme domanda potenziale che arriva sia dai cittadini che dai turisti, e il successo di un modello pubblico-privato non profit. Inoltre, non basta che un luogo sia aperto per attrarre visitatori: deve essere raccontato, vissuto, riempito di eventi legati alla sua identità. Questa è la formula de Le Vie dei Tesori. Non a caso il contributo per la visita guidata, contributo che serve a sostenere finanziariamente tutta la manifestazione, va da 1 a 2 euro. I contributi anche quest’anno hanno pareggiato le spese, e questo è un grande risultato”.
“Le Vie dei Tesori – aggiunge Bernardo Tortorici di Raffadali – rappresentano ogni anno una sfida organizzativa sempre più complessa ma che i numeri continuano a premiare”.