L’imposta di soggiorno in Sicilia potrà essere attivata da chiunque dei 391 Comuni dell’Isola considerati tutti turistici, e non più dai 291 inseriti in un elenco dall’Istat. Lo prevede una norma della legge stralcio alla finanziaria, approvata stamani dall’Assemblea regionale dopo quasi 24 ore di maratona.
Il legislatore siciliano cita il caso della Regione Veneto e interviene rispetto a un decreto dello scorso marzo che utilizzava come parametro una classificazione compiuta dall’Istat, Istituto che, nell’ambito della corrispondenza con uno dei comuni siciliani escluso, ha evidenziato di non aver mai indicato o consigliato l’utilizzo di queste rilevazioni ai fini dell’applicazione o meno dell’imposta di soggiorno.
Con l’approvazione della finanziaria, dopo 21 anni consecutivi di esercizi provvisori, la Regione può cominciare il nuovo anno con il bilancio approvato nei termini di legge. Dopo tanti anni, inoltre, le norme di spesa sono finanziate con fondi regionali per oltre un miliardo di euro, senza fare ricorso a risorse extra regionali. Intervenendo in aula, a fine seduta, l’assessore regionale all’Economia Marco Falcone (Fi), artefice della manovra assieme al collega con la delega ai rapporti col Parlamento Luca Sammartino (Lega), ha reso omaggio al lavoro fatto dall’Assemblea e in particolare alla Presidenza e alla commissione Bilancio. “Abbiamo messo i conti in sicurezza e abbiamo fatto una spesa equilibrata, abbiamo una legge di stabilità seria e solida anche grazie all’opposizione”, ha aggiunto Falcone.
“L’approvazione della legge di Stabilità e del Bilancio senza fare ricorso all’esercizio provvisorio, per la prima volta dopo moltissimi anni,
rappresenta un grande risultato per il governo regionale che si era prefissato questo obiettivo, ma anche per il Parlamento siciliano che ne ha compreso l’urgenza e l’importanza”, ha commentato il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani.
Il testo prevede contributi a pioggia per manifestazioni turistiche, feste e sagre. Centinaia di Comuni, per lo più riferibili ai collegi elettorali dei 70 deputati riceveranno fondi per la riqualificazione urbana o l’organizzazione di eventi. Nel maxi emendamento figurano anche norme di peso come quella che aumenta l’ampiezza dei nuovi negozi nei centri storici togliendo i vincoli che hanno bloccato finora le grandi catene.