Il Tar di Catania ha accolto i ricorsi proposti da Caronte & Tourist contro l’Autorità di sistema portuale dello Stretto, relativamente alla vicenda per la concessione triennale dell’approdo di Rada San Francesco, a Messina, con la divisione delle sue aree in due parti e la separazione degli scivoli, per l’occasione “spacchettati.
Caronte & Tourist aveva presentato ricorso al Tar di Catania chiedendo l’annullamento dei provvedimenti dell’Adsp, sostenendo l’unicità storica della Rada e prospettando i seri problemi che la suddivisione dell’approdo in due parti avrebbe certamente provocato, in termini di fluidità delle operazioni portuali con refluenze – a cascata – sul traffico e la viabilità in città.
“I provvedimenti dell’Adsp – si legge nella nota di C&T – sono stati integralmente annullati in accoglimento delle nostre tesi che evidenziavano l’evidente difetto di istruttoria legato in particolare al mancato coinvolgimento del Comune di Messina e dell’Organismo di Partenariato della Risorsa Mare. La sentenza ha riconosciuto sì la competenza dell’AdSP nella gestione delle aree demaniali, ma ha chiarito che l’AdSP non può procedere da sola e senza confrontarsi prima sulle reali esigenze della Città di Messina. E in questo caso non c’è stata adeguata attività istruttoria; non è stata né udita né valutata la voce degli stakeholders, tra cui anche le imprese, così come pure quella del Comune, principale amministrazione interessata. Siamo ovviamente molto soddisfatti per quella che è una vittoria del buon senso prima che nostra. Avevamo peraltro evidenziato la ‘originalità’ dell’idea che a un aumento delle concessioni potesse corrispondere una fluidificazione dei traffici da attraversamento, dimostrando che invece il raddoppio dei concessionari aumenterebbe le congestioni e i costi a ciò connessi”.