La mancata “imposizione” della tassa di soggiorno agli ospiti da parte degli albergatori scatena la nuova polemica tra l’amministrazione comunale di Cefalù e la locale Federalberghi. Il Comune ha infatti inviato una nota a tutte le strutture ricettive in merito alla spinosa questione.
Ma secondo Francesco Randone, responsabile degli albergatori cefaludesi, le strutture ricettive non hanno, secondo l’attuale regolamento, un reale obbligo di esazione della tassa, né di segnalazione al Comune dei soggetti non paganti. E non è nemmeno prevista una sanzione amministrativa nel caso di omesso, tardivo o mancato pagamento, ribadendo che “i gestori delle strutture non sono né responsabili del mancato pagamento dell’imposta di soggiorno da parte dei clienti né hanno alcun obbligo di coadiuvare il comune nella riscossione”.
La corte dei conti con propria delibera del 19 gennaio 2013 ha ritenuto comunque che i gestori delle strutture ricettive, relativamente alla riscossione dell’imposta di soggiorno possano essere considerati agenti contabili “di fatto” stante il maneggio e la custodia di denaro o di valori di pertinenza dell’erario pubblico anche al di fuori di una legittima investitura.
Randone rimarca anche che la nota sull’imposta di soggiorno è stata inviata soltanto alle strutture alberghiere, mentre sono state escluse le forme alternative di ricezione turistica che nel territorio sono molto diffuse, e in alcuni casi anche sconosciute all’amministrazione.