Distretti turistici: risorsa per la Sicilia o solo per pochi?

Acceso dibattito sul tema nel corso del convegno organizzato dallo Skal Club Palermo

Dalla legge 10 del 2005 che istituisce i distretti turistici sono passati cinque anni. Ora però con la presa d'atto in IV commissione legislativa dell'Ars del decreto predisposto dall'assessore regionale al Turismo, Nino Strano, che ne fissa "criteri e modalità per il riconoscimento", si avvia a conclusione il lungo cammino dei distretti turistici locali in Sicilia. "Manca solo l'emanazione del decreto da parte dell'assessore" ha fatto notare Salvatore Scalisi, presidente dello Skal Club Palermo che sabato scorso ha promosso un convegno sul tema nei saloni del nuovissimo Grand Hotel Piazza Borsa. Una mattinata di studi per approfondire l'argomento anche perché "dall'emanazione del decreto – ha sottolineato Scalisi – i comuni avranno 30 giorni di tempo per decidere con chi stare". Ma soprattutto non dovranno farsi trovare impreparati.
Saverio Panzica, dirigente dell'Arpa Sicilia, ha illustrato i quattro diversi approcci presenti in Italia per tracciare un quadro completo a livello nazionale. "Piemonte, Friuli  Venezia Giulia, Toscana e le Province autonome di Trento e Bolzano – ha spiegato Panzica – non hanno adottato i sistemi turistici;$ Campania e Molise ad oggi non hanno legiferato ma hanno intenzione di farlo; Emilia Romagna, Lazio e Liguria hanno promulgato la legge ma non il decreto d'attuazione mentre tutte le altre hanno anche il decreto attuativo". Netta la posizione del presidente della Provincia di Palermo, Giovanni Avanti, che ha concluso i lavori: "sbaglia chi pensa di utilizzare i distretti per usare risorse pubbliche bypassando i soggetti istituzionali". Una posizione condivisa da gran parte della platea, preoccupata che i distretti diventino organi di sottogoverno, con conseguenti problemi sui costi di gestione. Ma Panzica ha voluto trovare il risvolto positivo della faccenda: "con i distretti gli operatori possono chiedere contributi diretti all'assessorato, formazione mirata, accordi con le compagnie low cost, azioni indirizzate ai mercati esteri, educational in Sicilia". Insomma, il distretto, se ben inquadrato, può diventare una risorsa per rilanciare il turismo in Sicilia. O almeno è questo quello che ci vogliamo augurare.

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