I Distretti Turistici temono per il loro futuro

Disagio e preoccupazione è stato manifestato da un consistente nucleo di rappresentanti di alcuni Distretti Turistici che si sono autoconvocati a Palermo lo scorso 20 dicembre nei locali messi a disposizione dalla Confindustria Palermo. Una prima riunione per commentare la situazione di stallo che ancora oggi non consente la piena efficienza operativa dei distretti aggravata dalle lettere di "non ammissibilità" che alla vigilia di Natale sono state recapitate dalla Regione ad alcuni distretti. Lettere di rigetto che adducevano motivazioni formali e non di contenuti. 
Nel corso dell'incontro, è dunque emerso un sentimento di apprensione rispetto al futuro che la Regione intravede per i Distretti, e per i suoi territori e che potrebbe non essere più coerente con quella visione di un progetto di sviluppo turistico complessivo per la Sicilia che ne aveva animato la creazione, attraverso una programmazione partecipata, concreta nelle azioni e radicata sul territorio.
I rappresentanti hanno manifestato le stesse perplessità e condiviso le medesime esigenze di chiarimenti, rispetto ad un comportamento non chiaro, se non, addirittura di ambiguità, manifestato dalla Regione Siciliana ed, in particolare, dall'assessorato regionale al Turismo.
Da qui è affiorata anche la necessità di costituire un coordinamento interdistrettuale allo scopo di realizzare un fronte comune in grado di determinare, con più forza e autorevolezza, l'apertura di un confronto con il presidente della Regione, con l'assessore regionale al Turismo e con la dirigenza dei Dipartimenti Regionali Turismo e Programmazione.
Una volta costituito, il Coordinamento avanzerà richiesta immediata (entro un mese) per un incontro con i rappresentanti della Regione, nel corso del quale sarà richiesto di definire con trasparenza quale sia la volontà politica e quale l'idea progettuale di turismo che questo Governo regionale intenda seguire, in considerazione della mancata attuazione di un fattivo confronto e del senso di frustrazione che deriva dalle inutili lungaggini e perdite di tempo che hanno di fatto ingessato i Distretti, pur pretendendo da essi stessi lo sforzo titanico di una corsa precipitosa alla progettazione per ottenere gli attesi finanziamenti che li rendessero finalmente operativi.

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