I soldi dei biglietti mi spettavano, imprenditore si difende

Per l’accusa si sarebbe appropriato indebitamente di circa 19 milioni di introiti dei siti culturali

"Non mi sono appropriato di soldi della Regione. Secondo l'accordo, il denaro mi spettava perché ho dovuto realizzare le strutture per gestire i servizi che l'amministrazione mi aveva assegnato". Si è difeso così nell'interrogatorio di garanzia, Gaetano Mercadante, l'imprenditore che, secondo l'accusa, si sarebbe avvalso di tre associazioni temporanee d'impresa (Novamusa Valdemone, Novamusa Val di Noto e Novamusa Val di Mazara, di cui era legale rappresentante in Sicilia) per appropriarsi indebitamente di circa 19 milioni derivanti dall'emissione di biglietti per l'ingresso nei siti archeologici siciliani.   
L'imprenditore, che attualmente si trova agli arresti domiciliari, ha dunque respinto ogni addebito. Il gip si è riservato sulla convalida della misura cautelare.
Nel 2003 l'assessorato regionale ai Beni culturali ha dato in concessione la gestione di alcuni servizi nei siti delle province di Messina, Siracusa, Ragusa e Trapani. La concessione disciplinava, tra l'altro, la gestione degli introiti di biglietteria, per la quale era stato stabilito l'obbligo da parte del concessionario di versare le somme incassate e decurtate dall'aggio, alla Regione Sicilia (70%) e ai Comuni (30%) nei cui territori ricadono i siti di interesse culturale. Mercadante avrebbe tenuto per sé 19 milioni, versandone altri 14 a Regione e Comuni ma con notevoli ritardi rispetto a quanto previsto dal contratto e senza addurre giustificazioni.

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