Il turismo accessibile è soprattutto ospitalità: parola di Roberto Vitali

“Il turismo accessibile non è un lavandino speciale o rispettare le norme per l’abbattimento delle barriere. Significa accessibilità e soprattutto ospitalità”. Lo ha detto Roberto Vitali, presidente di Village for All, da 28 anni nel turismo accessibile, partecipando alla maratona di 11 ore di travelnostop.com dal titolo “ASPETTANDO IL 2021… DIAMO UN CALCIO AL 2020”, ancora visibile sulla nostra pagina facebook.

“Nell’ultimo anno – ha sottolineato – si è aggiunto il covid quindi si è diffusa la necessità di ulteriori procedure di sanificazione, il che ha creato nuove barriere, come i cestini che si aprono solo con i piedi, i rubinetti a pedale, tutte dotazioni fortemente discriminanti”.

Quindi Vitali ha spiegato che il cliente meno considerato è quello over 65, che costituisce il 19% della popolazione mondiale, che diventerà il 34% nel 2030. “Sono mediamente ipovedenti, mediamente ipoudenti/sordi – ha sottolineato – hanno qualche difficoltà a compiere tragitti, devono seguire una dieta per mantenersi in salute, hanno alcune disabilità temporanee, ma sono quelli che hanno più probabilità di andare in vacanza e portano anche i nipoti in vacanza. Si tratta di 130 milioni in Europa e 10 mln in Italia che non vanno in vacanza da soli.

“Tutti hanno diritto ad andare in vacanza in un luogo bello – ha aggiunto – non esistono strutture completamente accessibili per tuti o inaccessibili per tutti. Non basta mettere il maniglione nel bagno, ci si deve sganciare dall’aspetto medico legato alla parola accessibilità. Serve approccio diverso, l’universal design. E serve soprattutto la formazione degli imprenditori e dei collaboratori degli imprenditori, il turismo accessibile va affrontato come business, come tutti gli altri settori, con in più una responsabilità sociale. Ma è anche dovere degli albergatori affrontare il tema con professionalità, per troppi anni ci hanno convinto che l’accessibilità è fatta dall’albergatore che ha la camera accessibile, invece io voglio scegliere la destinazione in base alle mie esigenze di vacanza. Le destinazioni – ha concluso – devono pensarsi accessibili e l’albergatore deve pensare all’accessibilità”.

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