In Italia 7 mln potenziali turisti cercano offerta accessibile

Il turismo accessibile riguarda 140 milioni di persone in Europa e 12 milioni in Italia e si stima possa incrementare i fatturati turistici fino al 20%.

Secondo il Rapporto Mondiale pubblicato nel 2011 dall’OMS, più di un miliardo di persone nel mondo vivono con un handicap, e sono circa 5 milioni le persone che si muovono su sedia a rotelle, secondo una stima rilevata tra la popolazione dei 27 Paesi dell’Unione Europea, come viene evidenziato dai dati del Rapporto mondiale sull’Handicap del 2012 insieme a diversi studi condotti da Francia, Olanda e Inghilterra.

Inoltre le persone che dichiarano di avere alcune restrizioni a lungo termine nello svolgimento delle attività quotidiane rappresentano in media un quarto dei residenti dell’Unione Europea.

Ma parlare di turismo accessibile e circoscriverlo alle sole persone con disabilità è altamente riduttivo. Piuttosto si tratta di includere in questo mercato il più ampio e generico mondo dei bisogni che possono essere rappresentati anche da persone che non hanno disabilità evidenti e riscontrabili (quali un problema motorio, sensoriale, cognitivo, o di salute), ma, ad esempio chi manifesta difficoltà alimentari quali la celiachia o l’intolleranza ad alcuni alimenti, oppure chi deve seguire un regime alimentare iposodico o dietetico.E ancora chi si stanca a camminare a lungo, ma anche bambini, anziani, mamme che spingono i passeggini. Da non sottovalutare che a questo vasto bacino si aggiungono familiari, accompagnatori, coloro che assistono i soggetti che non possono viaggiare da soli.

Per quanto riguarda i dati più strettamente connessi alla domanda di turismo accessibile in Italia, le persone disabili interessate a viaggiare sono oltre 3 milioni e mezzo, secondo il Primo libro bianco sul turismo per tutti in Italia 2013. Un numero che raddoppia, se si considerano gli accompagnatori e da solo spiega come anche il turismo accessibile costituisca una nicchia di tutto rispetto sulla quale sarebbe opportuno investire con maggiore incisività.

In questo contesto l’Italia, pur facendo registrare ampie fasce di miglioramento, viene percepita come una destinazione “accessibile” grazie ad investimenti mirati effettuati in regioni quali Veneto, Piemonte ed Emilia Romagna. Segna il passo la Sicilia, la cui offerta risulta disarticolata e spesso inadeguata e priva di adeguati supporti e servizi informativi che favoriscono la comunicazione con la potenziale clientela.

In realtà, anche nell’Isola, non mancano iniziative sporadiche intraprese da associazioni e qualche ente sociale che, per propria sensibilità, o stimolati da bandi europei, hanno realizzato delle microprogettualità che potrebbero costituire delle cellule fondanti per un macroprogetto che punti a un’offerta turistica organizzata e complessiva. Nei prossimi giorni vi racconteremo alcune delle esperienze emerse nel corso dell’Open Forum “LIBERI DI – Il turismo accessibile: un’opportunità per le aziende, una sfida per i territori”, che si è svolto oggi a Palermo, promosso da Skal International Italia e patrocinato dall’assessorato regionale del Turismo, Sport e Spettacolo. 

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