L’hanno ribattezzata la “nuova casa” per i crocieristi. E, in effetti, il passaggio da vecchia stazione marittima a moderno cruise terminal è evidente. Il brutto anatroccolo si è trasformato in cigno. E ci sono voluti 40 milioni di intervento, un percorso travagliato, cominciato nel 2018 e portato avanti a testa bassa dal presidente dell’Autorità portuale del mare di Sicilia occidentale (Adsp), Pasqualino Monti. Qualche rinvio tecnico dovuto al reperimento delle materie prime durante la pandemia. Oggi, sul molo Vittorio Veneto, il taglio del nastro del “Palermo Cruise Terminal”, realizzato sullo scheletro dell’antica struttura che accoglieva i passeggeri.
“È motivo d’orgoglio per me riconsegnare alla città il suo cruise terminal – ha detto Monti – indispensabile per cogliere le tante sollecitazioni che giungono dall’esterno e per rispondere in modo nuovo alle attuali esigenze del mercato. L’intervento è servito a incrementare lo sviluppo e l’utilizzo della struttura che riveste un ruolo strategico per la mobilità, il turismo, l’economia della realtà urbana e siciliana. Di più: essa rappresenta la prima interfaccia tra la città di Palermo e il turismo crocieristico”.
La nuova stazione marittima si inserisce in un ampio progetto di ridefinizione del waterfront, nel riavvicinamento tra la città e il porto di Palermo. Un’opera contemporanea, che ridisegna gli spazi e riorganizza le strutture e i servizi (accettazione, attesa, controllo e tecnologia). L’utilizzo di acciaio e vetro rendono la struttura moderna. Tanti gli spazi dedicati al verde. Particolare attenzione è stata riservata al controllo microclimatico ambientale e al risparmio energetico ad alta sostenibilità. All’ultimo piano dell’innovativo terminal passeggeri trova posto un bar (un altro è al piano terra), e un grande ristorante. Oltre alla banchina, anche tutta l’area attorno è stata completamente sistemata, assegnando una precisa collocazione ai vari servizi utili a chi sbarca.
“Non abbiamo cercato un bell’edificio posizionato al centro del porto – prosegue Monti – ma abbiamo costruito attorno a esso una rete di infrastrutture essenziali: abbiamo dragato i fondali, salpato il molo sud, inserito il dolphin al Vittorio Veneto, eliminato finalmente i bacini da 19 e 50 mila Tpl che rendevano difficoltose le manovre dei colossi del mare. Abbiamo ricostruito il Sammuzzo, una banchina di circa 500 metri sulla quale non riusciva ad attraccare neanche un peschereccio e che oggi è un approdo sicuro per grandi navi da crociera, e uno spazio verde con in testata un attrezzato terminal aliscafi: il servizio pubblico per le isole minori è fondamentale che avvenga in un contesto qualificato. Sul Trapezoidale, abbiamo intrapreso un’opera di demolizione incredibile di quasi 20 mila mq di brutture e nefandezze. Siamo rimasti fedeli al nostro motto “demolire per ricostruire”, perché il mercato, ovvero il nostro faro per incrementare volumi, traffico passeggeri, ricchezza, aveva necessità che i lavori venissero conclusi in tempi brevi e con rispetto dei tempi”.
Alla cerimonia, accanto a Pasqualino Monti, c’erano Nello Musumeci, presidente della Regione siciliana, Leoluca Orlando, sindaco di Palermo, Rodolfo Giampieri, presidente di Assoporti, Francesca Isgrò, presidente West Sicily Gate, Giovanni Onorato, chief executive officer di MSC Crociere, Mario Zanetti, direttore generale di Costa Crociere. In collegamento, Enrico Giovannini, ministro delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili, mentre Mara Carfagna, ministro per il Sud e la Coesione, ha inviato un video messaggio.