La siccità in Sicilia valica i confini nazionali e dopo il reportage della CNN (vedi news) anche il New York Times racconta il dramma che sta vivendo la Sicilia con il rischio di perdere i turisti. Ed ecco perchè proprio stamattina il ministro del Turismo Daniela Santanchè ha scritto su X: ”Nessuno nega il dramma della siccità in Sicilia ma inaridire anche il turismo quasi colpevolizzandolo come fa il New York Times aggiunge danno al danno per la Sicilia”.
D’altronde, a sentire gli albergatori il problema delle disdette dei turisti a causa della mancanza di acqua non riguarda tanto i turisti, visto che sin dall’inizio ha pesato soprattutto sui residenti, e men che meno sugli stranieri, che spesso non sono neanche a conoscenza del problema.
“La mancanza d’acqua, ma sempre in maniera limitata – spiega Giuseppe Rosano, dell’associazione Noi Albergatori di Siracusa – riguarda Agrigento ed alcune strutture che non riescono ad assicurare la fornitura di acqua ai clienti. Qui a Siracusa siamo in piena stagione con forti incrementi di presenze non solo dei tradizionali tedeschi, francesi e nordeuropei. Sono in aumento gli americani, i coreani e i turisti dell’Europa dell’Est. Mancano gli italiani ma più per il caro voli delle tratte nazionali che per le notizie sulla siccità che, certo, in Italia circolano di più e magari hanno più effetto che all’estero”. E sulla paventata idea dell’assessorato regionale al Turismo di promuovere uno spot ad hoc, Rosano si dice contrario: “credo non serva alcuno spot, la vera pubblicità è quella delle rappresentazioni classiche di Siracusa che hanno fatto il record di 160mila biglietti, o del Festival di Taormina. È su questo che bisogna investire, oltre naturalmente a risolvere i problemi che ci sono e alla lunga possono frenare il turismo”.
Anche secondo Francesco Randone di Federalberghi Cefalù, “la stagione sta andando bene e starei attento a fare spot per smentire la siccità, bisogna capire come li realizzeranno. Alla fine, potrebbero avere l’effetto opposto e far aumentare l’allarmismo”. “A Dubai e Malta – aggiunge – non aspettano la pioggia, usano i dissalatori e l’acqua del mare. L’anno scorso gli incendi, quest’anno la siccità, problemi che vanno risolti ma che, alla fine, non sono quelli che frenano il turismo”.
“La siccità c’è ma le strutture sono piene e assicurano ai clienti tutti i servizi senza alcun disagio”, ribadisce dal canto suo Nico Torrisi, presidente Federalberghi Catania e ad della Sac. Non a caso, anche gli aeroporti di Palermo e Catania continuano a registrare aumenti di passeggeri, anche rispetto allo scorso anno.
Rassicurazioni anche dal sindaco di Agrigento, Franco Miccichè: le strutture ricettive si sono attrezzate e i disagi per i turisti sono limitati. Non c’è alcun rischio di una fuga di visitatori”.
Intanto però il presidente della Confesercenti siciliana Vittorio Messina ha inviato una lettera al governatore Renato Schifani per esprimere “profonda preoccupazione da parte degli operatori del settore del commercio, del turismo e dei servizi aderenti al sistema Confesercenti riguardo l’attuale emergenza idrica che sta colpendo il nostro territorio” con una situazione che “ha raggiunto livelli critici e sta avendo ripercussioni gravi su vari settori. Il settore turistico, fondamentale per la nostra economia locale, sta subendo notevoli danni. La carenza di acqua sta compromettendo l’ospitalità, con numerose strutture alberghiere e ristorative che non riescono a garantire i servizi essenziali. Questo non solo riduce l’attrattiva della nostra regione come destinazione turistica, ma rischia anche di danneggiare irreparabilmente la nostra reputazione a lungo termine. Per queste ragioni – scrive Messina a Schifani – le chiedo cortesemente un incontro urgente per discutere delle possibili soluzioni a questa crisi. Ritengo fondamentale affrontare la questione in modo concertato, coinvolgendo tutti i settori interessati e mettendo in campo azioni immediate e a medio e lungo termine per mitigare l’emergenza idrica e prevenire future crisi”.